ARMORED SAINT – La Raza

Pubblicato il 06/04/2010 da
voto
7.0
  • Band: ARMORED SAINT
  • Durata: 00:51:55
  • Disponibile dal: 16/03/2010
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records
  • Distributore: Audioglobe

Spotify:

Apple Music:

Tre album negli ultimi vent’anni di carriera non sono certo un bottino consistente, eppure le tempistiche degli Armored Saint negli ultimi due decenni sono state proprio queste. Il nuovo “La Raza” è infatti il seguito ufficiale di “Revelation”, targato 2000, il quale a sua volta era preceduto da “Symbol Of Salvation”, uscito a inizio anni novanta, subito dopo la morte del grande Dave Prichard. Certo, gli impegni di John Bush con gli Anthrax e di Joey Vera con mezzo universo metal, hanno fatto sì che la band, tra scioglimenti e reunion varie, sia diventata una sorta di side project che fa musica solo quando realmente se la sente. “La Raza” in questo senso è un lavoro emblematico, che sgorga direttamente dal cuore e che risale alle radici del sound degli Armored Saint: dentro i dieci brani che compongono il lavoro si possono ascoltare chiarissimi riferimenti all’hard rock settantiano, segnatamente Thin Lizzy e Led Zeppelin, uniti ovviamente al classico heavy metal dei losangelini e a qualche rimando leggermente più moderno, frutto della collaborazione di Bush con la band di Ian e Benante. Tutto il lavoro si muove su livelli qualitativi decisamente buoni, con l’unica eccezione di “Blues”, brano heavy piuttosto banale. L’inizio affidato a “Loose Cannon” è di quelli che lasciano il segno: il brano è un heavy rock non dissimile dalle cose più easy degli Anthrax degli ultimissimi album, con un refrain che si infila in mente e non si stacca più. “Head On” riesce ad essere addirittura migliore, con i suoi chitarroni grassi e una struttura in mid tempo che esplode in un chorus melodico da urlo. Molto bene anche la title track, dall’intro tribale che ben presto viene accantonato in favore di un clamoroso riffone zeppeliniano che accompagnerà tutto il brano: uniche pecche del brano, delle melodie vocali non sempre riuscite ed un chorus non ficcante come dovrebbe. Il resto dell’album scorre via tra heavy rock di sostanza (“Left Hook From Right Field”, “Get Off The Fence”), ritorni alle radici blues (“Chilled”, “Black Feet”) ed omaggi a Phil Lynott e ai suoi Thin Lizzy, (“Bandit Country”). La prova dei singoli è di grande intensità, con menzioni d’onore per le chitarre soliste e per il lavoro di basso di Vera. Fuori scala la performance di John Bush, la cui voce è sempre a livelli impressionanti dopo tutti questi anni di onoratissima carriera. Il sound, registrato in analogico, è caldo e grasso come dovrebbe, ma a tratti pare mancare un po’ di potenza. Fatto sta che soprattutto le chitarre e la batteria di Gonzo Sandoval in analogico assumono uno spessore che ad oggi nessuna nuova tecnologia digitale è in grado di eguagliare. Salutiamo quindi con soddisfazione il rientro di una delle band più sottovalutate della scena heavy a stelle e strisce, e ovviamente terminiamo la recensione con il classico “Viva La Raza!”.

TRACKLIST

  1. Loose Cannon
  2. Head On
  3. Left Hook From Right Field
  4. Get Off The Fence
  5. Chilled
  6. La Raza
  7. Black Feet
  8. Little Monkey
  9. Blues
  10. Bandit Country
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.