ARMORY – Mercurion

Pubblicato il 22/04/2022 da
voto
7.5
  • Band: ARMORY
  • Durata: 00:42:08
  • Disponibile dal: 22/04/2022
  • Etichetta:
  • Dying Victims Productions

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Con gli Armory il tempo sembra essersi fermato. Acciaio, sguaiatezza, velocità allucinanti, incroci di assoli, tematiche ed effetti sci-fi, ricondotti a una incorruttibile versione dello speed metal ottantiano, aggiornata un poco nei suoni alle esigenze degli anni ’20 del terzo millennio. Presentatisi a noi con l’incendiario esordio “World Peace… Cosmic War” e confermatisi in grande spolvero con il travolgente “The Search”, gli svedesi riprovano a ricreare la medesima magia con “Mercurion”. Disco della maturità? Voglie di evoluzione? Concetti che a questi ragazzi non interessano. Rispondono cortesemente in modo negativo, a qualsiasi richiesta di adottare nuove soluzioni e aprirsi a forme sonore un poco differenti. Per chi avesse storto il naso di fronte agli eccessi di “The Search”, effettivamente incontrollato e caotico in alcuni punti – anche se proprio in quello risiedevano i motivi della sua riuscita – “Mercurion” potrebbe rappresentare una riconciliazione con gli Armory, che riprendono la relativa varietà di registri del primo album.
Fedeli a una linea di condotta che non prevede mezzo indugio, la partenza è uno scatto in avanti bruciante e pieno di ardore, con le chitarre a duellare fragorosamente e dividersi tra riffing ai limiti del thrash e ricami solisti taglienti e prolungati. Il “Message From The Stars” dell’opener è a quanto pare non propriamente pacifico e dà il benvenuto a un lotto di brani tirati allo spasimo, nella maggior parte del loro corso, ma graditamente aperti a qualche alleggerimento che non trovava quasi mai spazio in “The Search”. Risaltano allora lievi sfumature epiche, come quelle nei midtempo di “Music From The Spheres”, con le melodie che si fanno un poco oscure e brumose; nulla di così sconvolgente nell’impalcatura generale, mentre si nota il tentativo di andare oltre le usuali linee di condotta. Strumentalmente, questa ricerca di soluzioni più ragionate e meno arrembanti trova riuscito sfogo, perché sul fronte chitarristico i ragazzi ci sanno fare e non vanno in difficoltà. Come è potente e ricca di cambi di tempo la sezione ritmica, sicura di sé e pronta a seguire l’esagitazione chitarristica e i suoi calmieramenti. Le cose vanno meno bene per le linee vocali, quando non c’è da sbraitare e aggredire Petrus Andersson diventa stridulo e poco incisivo, togliendo un po’ di pathos all’insieme. Un difetto che finiamo per perdonare, quando i ritmi risalgono e il gioco si fa cruento. D’altronde, questi continui rimandi ai primi Helloween, agli Agent Steel, ai Judas Priest più tirati, addirittura agli Iron Maiden dell’era Di Anno, non sono proprio una scialba reinterpretazione, anzi, hanno dalla loro un fuoco e una capacità di scrittura e interpretazione di prima fascia. Innumerevoli le piccole hit scagliate su di noi, tra le quali menzioniamo volentieri “Void Prison” e il suo perdersi in grovigli di note astrali, e “The Hunters From Beyond”, a mostrare il lato più genuinamente isterico dello speed metal contemporaneo. Se avete amato gli album precedenti dei cinque, “Mercurion” non vi deluderà: i nostri amati speed metal killer sono tornati!

 

TRACKLIST

  1. Message from the Stars
  2. Journey into Infinity
  3. Transneptunic Flight
  4. The Hunters from Beyond
  5. Deep Space Encounter
  6. Void Prison
  7. Wormhole Escape
  8. Music from the Spheres
  9. Event Horizon
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