7.0
- Band: AROTTENBIT
- Durata: 00:34:34
- Disponibile dal: 04/10/2024
- Etichetta:
- Time To Kill Records
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Il detto “nomen omen” è quantomai calzante per parlare di Arottenbit: la proposta musicale di Alessandro ‘Otto’ Galli è infatti un marcissimo gancio sui denti in 8-bit, derive quasi sludge e virulenta ignoranza.
Se con questa immagine vi è venuto in mente un combattimento alla “Mortal Kombat”, non siete lontani dalla realtà: “You Don’t Know What Chiptune Is” può essere definito come la colonna sonora di un videogioco da cabinato che fonde in sè la muscolarità dei picchiaduro, le vedute allucinate di una città cyberpunk di notte, il respiro sospeso di qualche thriller in seconda serata e l’atmosfera mefitica di un concerto metal nello scantinato di un centro sociale.
Trentaquattro minuti, pesantissimi e completamente fuori controllo, di bpm oppressivi come cemento armato e suoni sintetici come anfetamine, quasi totalmente prodotti da… un Nintendo Game Boy del 1989.
È proprio questo, infatti, il paradigma del ‘chiptune’: un sound che pesca prepotentemente dallo stesso bacino nostalgico della synthwave ma che si attesta su livelli di parossismo e follia nuovi, facendo del suono acuto, stridulo (e ancora riconoscibilissimo) della consolle la spina dorsale su cui sorreggere tutto il resto dell’impalcatura musicale.
Questo genere vive e respira benissimo nel sottobosco brulicante di vita di certo underground (vi invitiamo a recuperare anche Kenobit, se interessati a tutto ciò), laddove appunto si incrociano metal estremo, punk/hardcore e musica elettronica, dando linfa a una sorta di controcultura fatta di citazioni pop ottanta/novantiane “_SPECIMEN_OTTO____(PROBE#1082010)” vi dice qualcosa, a questo proposito?), batteria sì campionata ma dritta come nella migliore tradizione del nostro genere musicale preferito, una sensazione melmosa asfissiante di certo sludge, appunto, e una strafottente voglia di smantellare il sistema squagliandogli le orecchie.
Ecco perchè, ad esempio, questo primo capitolo firmato Arottenbit (sotto l’egida di Time To Kill) non giunge come una novità, ma arriva dopo anni di concerti e tour (!), costruendo e cementando nuove frontiere: chi scrive ne ha fatto esperienza durante una delle ultime date milanesi di Master Boot Record – vere punte di diamante non tanto del chiptune in senso stretto, ma di questa particolare fusione tra tecnologia analogica, videogame, nostalgia, programmazione, doppio pedale instancabile, circuiti e strati di riff metal quasi neoclassico – e possiamo testimoniare come il figuro nascosto dietro uno slabbratissimo passamontagna nero sia capace di creare un muro del suono allucinante con solo un Game Boy tra le mani.
Un esperimento, però, solo in apparenza ‘senza i punti e senza le virgole’: Otto è infatti il fonico di band come Messa, Deafheaven, Pallbearer (solo per citarne alcune), e sa benissimo come maneggiare suoni e ritmi; lo fa con la putrida naturalezza di chi ha un animo punk e ha le ossa piallate da chilometri e chilometri on the road per concerti, ed ecco perchè episodi come ad esempio “_SPECIMEN_CINQUE__(PROBE#0542009)” o “_SPECIMEN_DUE_____(PROBE#1292011)” riescono a trasmettere la stessa lucida sensazione di violenza di un pezzo degli Slayer, di cui pure il nostro propone una cover in chiusura di album.
Nonostante duri solo mezz’ora, l’ascolto di “You Don’t Know What Chiptune Is” risulta comunque impegnativo (forse troppo, in alcuni passaggi), quasi sfiancante, proprio per la particolarità del suono e la totale assenza di volontà di renderlo ‘facile’; non mancano momenti orecchiabili, soprattutto quelli che omaggiano appunto gloriose colonne sonore di divertissement passati, ma se vi aspettate di finire il disco coi padiglioni auricolari ancora integri, vi sbagliate di grosso.
Da parte nostra scegliamo di premiare le intenzioni e lo spirito del progetto, aggiungendo mezzo voto in più a quello originale di questo debutto; forse sarà ‘non solo metal’ per la particolarità della strumentazione utilizzata, ma Arottenbit si rivolge ad un pubblico metal sia nelle intenzioni che come proposta musicale, e possiamo solo sperare di ascoltare una più completa fusione di questa amalgama in futuro. Se volete regalarvi un trip chimico, storto e aggressivo, buon ascolto.