7.0
- Band: ARRAYAN PATH
- Durata: 01:03:32
- Disponibile dal: 17/11/2017
- Etichetta:
- Pitch Black Records
- Distributore: Masterpiece
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Dopo appena un anno dal buon “Chronicles Of Light”, gli Arrayan Path tornano già con un nuovo disco, intitolato “Dawn Of Aquarius”. Un aspetto che ci ha subito incuriositi è dato dal fatto che l’album è stato in pratica interamente dedicato alla dea Kali: in effetti, ci è sembrata alquanto curiosa la scelta di un gruppo cipriota di andarsi a cimentare con divinita indù, piuttosto lontane magari dalla propria tradizione e dalla propria cultura. Il rischio dietro l’angolo è quello di travisare o, ancora peggio, di banalizzare determinati aspetti che sembrano essere stati approfonditi fino ad un certo punto, con versi che sembrano buttati lì come se si trattasse di racconti mitologici o giusto per avere un argomento di cui parlare. Ci saremmo aspettati, peraltro, a questo punto, un approccio a livello musicale che avesse garantito una maggiore omogeneità a livello compositivo, possibilmente con qualche idea che non fosse la solita melodia orientaleggiante o l’utilizzo occasionale di qualche strumento etnico come l’oud. Sotto i profili ora esposti, l’album a nostro avviso non presenta connotazioni particolari, tali da farlo distinguere rispetto alle tante uscite del settore. Se sorvoliamo invece sull’aspetto legato al concept e prendiamo i brani singolarmente, gli Arrayan Path non sono certo un gruppo alle prime armi (questo è il loro sesto album) e sono indubbiamente in grado di scrivere buone canzoni. Il loro forte non è sicuramente l’originalità, ma il loro sound possiede delle influenze ben precise, che pescano dal power europeo (Gamma Ray, Rhapsody Of Fire) e americano (Kamelot, Symphony X), ma anche da act classici come Y.J. Malmsteen, Queensryche, Crimson Glory e vari altri. In questo contesto, la band si muove molto bene e spiccano soprattutto i due fratelli Leptos, ovvero il chitarrista Socrates, d’impostazione neoclassica e il cantante Nicholas, considerato al momento, giustamente, uno dei singer più stimati in circolazione, dotato di una voce versatile e di notevole estensione, non a caso scelto da qualche anno da William Tsamis come cantante dei Warlord. Tra le tracce più significative, quasi tutte caratterizzate da titoli piuttosto lunghi, citiamo l’opener “Equilibrium”, “The Flower Born Of Itself” e soprattutto la titletrack. Niente male neppure un midtempo come “Guardian Angel” (che ci ha ricordato molto gli Angra), mentre la conclusiva “Garland Of Skulls” presenta pure qualche elemento thrash. In conclusione, possiamo giudicare “Dawn Of Aquarius” un buon disco, per quanto, come precisato, abbia suscitato in noi anche alcune perplessità. Peccato, perchè a nostro avviso gli Arrayn Path possiedono ormai l’esperienza e le qualità per fare ancora meglio.