7.5
- Band: ARSGOATIA
- Durata: 00:41:17
- Disponibile dal: 02/02/2025
- Etichetta:
- Ván Records
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A due anni esatti dall’apprezzato “Hiding Amongst Humans”, sorta di fulmine a ciel sereno che aveva permesso loro di farsi segnalare nell’affollato circuito black metal europeo e di esibirsi in contesti di rilievo come quelli offerti dal Party.San, dell’House of the Holy e del Graveland, tornano gli ArsGoatia con la loro peculiare miscela di sfrontatezza concupiscente e ricerca spirituale.
Un flusso sovente bastardo, disadorno, memore di certe scorribande norvegesi e dei loro deragliamenti intossicanti, fra punk e thrash metal, ma a cui continuano a bastare pochi secondi per mutare pelle e schiudersi compiutamente all’atmosfera, tradendo in qualche modo l’esperienza maturata da due quarti della line-up nel viaggio sludge/post-/doom degli Our Survival Depends On Us.
È un disco che sa quindi di conferma, questo “Agitators of Hysteria”; un lavoro nel quale la formazione di Salisburgo, contando fra le altre cose su una produzione esemplare a cura di Arioch (Sulphur Aeon, The Ruins of Beverast) e V. Santura (Bølzer, Triptykon), consolida il percorso artistico avviato nel febbraio 2023, riprendendone gli elementi e stressandone le caratteristiche avendo sempre a cuore l’armonia e la fluidità dell’insieme.
Più aggressive, marce e sfrontate le incursioni prettamente estreme, tanto da scomodare paragoni con Carpathian Forest, Tsjuder e Urgehal in episodi come “Cunt and Cocaine” e “Golden Clit of the Abomination” (titoli che non lasciano molto spazio all’immaginazione), più profondo e compassato l’utilizzo della melodia e delle spezie a condimento della ricetta, con voci pulite, rintocchi tribali e digressioni ritualistiche a dare nuovamente l’impressione che le suddette parentesi vogliano trascinarci in un sabba nel cuore di qualche foresta alpina, e con un brano come “The Beating Heart Is a Lonely Hunter” (oltre dodici minuti di durata) a racchiudere fra la sua apertura ipnotica e la sua coda struggente tutto il retaggio visionario del gruppo.
Un incontro/scontro che potrebbe anche risultare forzato, sulla carta, ma che nei fatti gli ArsGoatia gestiscono puntualmente con misurazione e consapevolezza, facendo di ogni transizione, di ogni cambio di scenario, un evento organico e quasi impercettibile di primo acchito, secondo i movimenti di una batteria penetrante in grado di assurgere e vera protagonista della narrazione.
Di fatto, è in questa miscela di espressività e dinamismo, cui si aggiunge ovviamente un riffing autorevole sia nei frangenti brutali, sia in quelli raccolti, che risiede il fascino di un’opera come “Agitators…”, secondo tassello di una discografia che, senza magari lambire l’eccellenza, prosegue offrendo alla platea underground un altro pugno di composizioni dense e accattivanti.