7.0
- Band: ART OF BURNING WATER
- Durata: 00:27:34
- Disponibile dal: 01/01/2013
- Etichetta:
- Riot Season
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Con il quarto full-length degli Art Of Burning Water, la londinese Riot Seanson fa un gradevole ritorno alle sonorità sludgecore di stampo europeo che hanno reso famosa l’etichetta agli esordi, ovvero ai suoni di gente malata, incazzatissima e completamente stonata come i Todd e gli Hey Colossus. Gli Art Of Burning Water sono una band noise rock/postcore in cui i preziosismi compositivi e certe intellettualità atmosferiche di tutto il movimento “post” più celebre contano meno di zero e in cui le uniche cose che devono essere comunicate sono due: l’annientamento e la distruzione. L’etichetta ci presenta la band come una violentissima rappresentazione e fusione di ben più famose estetiche musicali, parlando di Godflesh, Voivod, Zeni Geva, Melvins e Keelhaul. Ci può anche stare, ma non c’era bisogno di farla tanto complicata, sarebbe bastato nominare Fudge Tunnel e Converge: tutto il resto sono conseguenze, non cause. Immaginate un blend di “Hate Songs In E-Minor” e di “Jane Doe”, e ci metterete davvero poco a capire di che nefasta carneficina musicale sia la proposta degli AOBW. Riff ribassatissimi ed enormi lanciati nel vuoto come macigni, percussioni modalità schiacciasassi completamente fuori controllo, voci da manicomio, da delirio puro, e ritmiche pachidermiche e pestilenziali, dissonanze ossessive, onnipresenti, sparpagliate ovunque, feedback fuori da ogni controllo e una generalizzata ignoranza e crudezza nell’attitudine e nell’estetica musicale che appare incontenibile e assolutamente imperante. Questo album è semplicemente un vomito d’odio, tutto ciò che è urticante e grottesco a questo mondo lanciato in una collisione infame e scorticante. Noise rock, sludge metal, crust… sprezzo e cattiveria in preda a pura catarsi, tutti mescolati insieme in un bolo cauterizzato dall’odio, inacidito, e completamente andato a male. La Riot Season parla anche “Slayer gone sludge”, e ci sta bene, in fondo in quanto a ignoranza e cattiveria spudorata ci siamo senz’altro.