6.0
- Band: ARTABAN'S REDEMPTION
- Durata: 00:29:01
- Disponibile dal: 21/05/2021
- Etichetta:
- Demons Records
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Niente di nuovo sul fronte del metal ispano-italico. Questo nuovo progetto chiamato Artaban’s Redemption, capitanato da Alvaro Weik degli Unbound, si palesa sottoforma di EP e sviluppa cinque tracce che scivolano via senza colpo ferire. Partendo dall’idea di un mondo futurista, dove robot dotati di intelligenza artificiale si ribellano agli umani sempre più egoisti, l’ascoltatore sente arrivare a sé suoni di stampo classic e power metal molto piatti, cadenzati e però privi di mordente. La tastiera di Elena Alonso (Lethargus) dai tipici suoni anni ’90 dà il via a questo breve album “Broken Puppets”, che vive di alcune rare fiammate e poi si spegne nella parte centrale delle canzoni, lasciando a volte il senso di incompiuto. A parte alcuni spunti che riportano alla mente “The Human Equation” degli Ayreon, come nella seconda canzone “Revolution”, e il buon intro di “Shutting Down” con la batteria di Roberto Cappa (Dark Moor) e il basso di Francesco Ferraro (Freedom Call, Vexillum), è difficile trovare punti di forza nella realizzazione di questa opera. Certamente la voce di Ivan Giannini, già sentito con i Vision Divine e i Derdian, è ben calibrata e si presta bene a questo genere di metal, ma anch’essa non riesce ad avere quel guizzo che possa rendere onore alla sua estensione. Il mastermind degli Artaban’s Redemption Alvaro Weik, nonché chitarrista dalla forte impronta classic rock, si ricollega ad alcuni temi sentiti nei Running Wild e cerca di farli propri, adeguandoli alla storia che ha in mente. Per fare questo, si avvale negli assoli delle collaborazioni di Dan Diez (Tierra Santa) in “Time For War” e di Sergio Marty, già con lui negli Unbound. Dopo neanche mezz’ora finisce questo “Broken Puppets”, prologo di un futuro album completo, che però fino ad ora non ha creato una grande aspettativa.