6.5
- Band: ARTILLERY
- Durata: 00:45:44
- Disponibile dal: 07/05/2021
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Traguardo importante quello raggiunto dagli Artillery: il decimo album in quasi trentanove anni di carriera, scioglimenti compresi. E quale miglior celebrazione se non quella di intitolare il nuovo full-length con un semplice quanto significativo “X”? Un numero speciale, un pesante tassello che, se da un lato pone l’attenzione su una delle band più sottovalutate del panorama thrash europeo (soprattutto agli esordi), dall’altra porta con sé anche un velo di tristezza. A spegnere le fatidiche dieci candeline, infatti, non ci sarà uno degli elementi storici dell’act danese, ovvero Morten Stützer, fratello del chitarrista Michael, scomparso nell’ottobre del 2019 per una trombosi al cervelletto all’età di 57 anni. Una dipartita improvvisa che ha inevitabilmente lasciato il segno nella band la quale, accusato il colpo, è tornata a fare musica, anche a riconoscimento dell’amico Morten. Ecco allora il qui presente “X”: undici brani che riprendono, ampliandolo ulteriormente, il discorso iniziato nel 2013 con “Legions” e cioè in corrispondenza con l’entrata in squadra del singer Michael Bastholm Dahl. L’approccio sempre più heavy rispetto ai fasti thrash del passato è ormai un dato di fatto: trame tirate ed elettrizzanti vengono sguinzagliate in sede di strofa, lasciando poi spazio a refrain straorecchiabili, melodici e, doveroso ammetterlo, in alcuni casi poco ispirati. Un canovaccio che trova diretta testimonianza nell’opener “The Devil’s Symphony”: tellurica e roboante nelle parti strumentali, telecomandate dai riff di Michael Stützer e Kraen Meier (già on stage con gli Artillery dal 2017 ma ora in pianta stabile), più catchy quando si tratta di accompagnare l’ugola di Dahl. Tratto distintivo che andrà a contraddistinguere l’intero disco, andando quindi a sigillare la nuova veste sonora del gruppo di Taastrup, nonostante il brano “In Thrash We Trust” lanciato proprio come singolo poco più di un mese fa.
Una caratteristica confermata dalla rocciosa “Turn Up The Rage” ma che non trova sempre la giusta continuità d’intenti, come dimostrano “Silver Cross” e l’impalpabile “In Your Mind”. Meglio a questo punto uno stacco totale ad ascoltarsi la ballad “The Ghost Of Me”, perfetta per le corde vocali di Dahl, davvero a suo agio nell’interpretazione di un pezzo fortemente a tinte eighties. Come accennato in precedenza, “X” ricalca sostanzialmente gli ultimi lavori targati Artillery, proponendo un mix di heavy/thrash che purtroppo non sempre è in grado di scardinare una certa monotonia strutturale, come appare evidente soprattutto nella seconda meta dell’album in cui, ancora una volta, acquistano maggior interesse gli inserti strumentali a discapito delle parti vocali, più statiche e prevedibili (“Force Of Indifference” e “Mors Ontologica”). Così sino al termine quando, con un slancio d’orgoglio, ci arriva tra capo e collo una trapanata thrash dove tuttavia è sempre lo stesso Dahl a destare qualche dubbio sulla completezza del brano; una prestazione, quella del cantante danese, sicuramente meno impattante rispetto al precedente “The Face Of Fear”. Onore agli Artillery per la meta conquistata; qualche riserva invece la dedichiamo al prodotto realizzato per i festeggiamenti.