6.5
- Band: ARVAS
- Durata: 00:47:37
- Disponibile dal: 30/03/2015
- Etichetta:
- ATMF
- Distributore: Avantgarde Music
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Può darsi che il nome Arvas non dica subito qualcosa a molti di voi, ma sforzando un po’ la memoria e ricostruendo la non facile biografia della band ci si accorgerà che V-Rex ha iniziato a Bergen già nel lontano 1993 e a fatica ha portato avanti sino ad oggi il nome Arvas. Il progetto, iniziato con monicker diverso, è stato travagliato, ha subito diverse pause e ha visto avvicendarsi elementi del calibro di Grim (R.I.P.) e Ares degli Aternus, tanto per citarne un paio. Nonostante tutto la voglia di suonare del buon true black metal c’è tutta, ed il nuovo ed eloquente “Black Satanic Mysticism” mostra ancora una volta che questo genere oggi come oggi non è soltanto business. La dimensione underground degli Arvas è l’unica possibile, il gruppo non ha nessuna voglia di far evolvere un sound che è fermo agli anni della formazione del tipico suono norvegese della musica nera per eccellenza. Nessun rimpianto o sentimento malinconico, ma una sola verità: “Black Satanic Mysticism” è un lavoro che si fa rispettare nonostante di nuovo non offra assolutamente nulla. C’è il consueto black metal dal tocco mistico, che il titolo del lavoro sottolinea a ragione, con tanto di tastiere suonate come tradizione vuole, ossia in modo semplice e ripetitivo; c’è quel sapore old school black metal che, se fatto bene come in questo caso, è ancora oggi un gran bel sentire; e c’è l’estro dell’artista, quell’innata qualità che rende gli Arvas autori discreti di un’opera a tratti interessante. Incredibile che ci si possa emozionare ascoltando la ‘solita’ introduzione classica per un album di black metal norvegese, eppure tutto questo può accadere perché gli Arvas portano avanti un discorso che in molti hanno interrotto. E’ vero, sono passati più di vent’anni dalla nascita dello stile norvegese ma, quando incontriamo ancora qualche reduce proveniente da quella regione che ha voglia di esprimersi ancora alla stessa maniera, non possiamo che donargli tutta la nostra attenzione. Un’attenzione che verrà ripagata da un lavoro serio, ben strutturato, assai dinamico ed assolutamente underground. La sensazione finale è persino quella che gli Arvas potrebbero fare molto meglio la prossima volta, regalandoci magari a sorpresa un album da ricordare: la costanza prima o poi viene premiata. Intanto date un ascolto a questa band, se ve la siete lasciata sfuggire sino ad oggi.