7.0
- Band: ASCENDENCY
- Durata: 00:28:30
- Disponibile dal: 14/07/2023
- Etichetta:
- Me Saco Un Ojo Records
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Nonostante non sia ancora arrivato il momento del full-length, non si può affermare che i membri degli Ascendency soffrano di alcun cosiddetto blocco dello scrittore. Siamo infatti già al terzo EP in quattro anni per questa formazione danese, senza contare che si tratta di musicisti da tempo attivi anche in realtà come Hyperdontia, Phrenelith, Septage e Taphos, tra le tante. Il terzetto si sta facendo notare pur adottando la politica dei piccoli passi e questo nuovo “A Manifest of Imperious Destiny” probabilmente non farà altro che rafforzare la sua posizione, potendo vantare quattro brani dal piglio autoritario, con i quali il gruppo amplia un pochino lo spettro sonoro del proprio black metal, andando a confezionare una tracklist particolarmente briosa e ispirata. Tutto sommato, siamo al cospetto del lavoro più melodico e avvolgente sinora partorito dagli Ascendency, i quali sembrano qui mettere un po’ in disparte certe influenze a stelle e strisce (Demoncy, Profanatica) per adottare un sound più arioso ed epicheggiante, finendo così per avvicinarsi inevitabilmente alla vecchia scuola svedese. Il repertorio del trio si apre dunque a una vena più agile, a un eclettismo con cui andare a caratterizzare meglio ogni singolo episodio. I punti di riferimento, muovendosi in questo campo, sono noti, ma la formazione di Copenhagen cerca comunque di evitare l’effetto “cover band dei Dissection”, mantenendo, per quanto possibile, un mood plumbeo e misterioso, con intrecci di chitarre che creano tappeti sonori intricati ma non forzatamente complessi, i quali si fanno via via più coinvolgenti nel loro intensificarsi in code strumentali. È la lunga title-track la canzone che più di ogni altra va a ricordare Jon Nödtveidt, mentre il resto dell’opera trova il modo di inglobare più spunti e influenze pur facendo leva su strutture maggiormente compatte. Molto valida, ad esempio, “Victory – in All Its Ephemeral Glory”, composizione in cui si odono pure echi dei vecchi Dawn, oltre alle altre consuete influenze care al gruppo (e a indovinati tappeti di synth).
È difficile capire se per gli Ascendency vi sia un futuro in stile Thulcandra o se la loro carriera continuerà a rimanere in ambienti underground; in ogni caso, per il momento non possiamo che definire “A Manifest of Imperious Destiny” un lavoro ben riuscito sotto tutti i punti di vista, assai piacevole nel suo rivisitare un determinato filone black-death senza scadere in soluzioni troppo facili e scontate.