8.0
- Band: ASCENSION
- Durata: 00:55:59
- Disponibile dal: 24/12/2014
- Etichetta:
- World Terror Committee
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Gli Ascension sono una realtà ancora poco celebrata, nonostante l’egregio debut album “Consolamentum” abbia ottenuto ottimi responsi nel panorama underground black metal all’epoca della sua pubblicazione. D’altronde, con tutte le uscite che oggigiorno affollano il mercato – e per il modo di ascoltare sempre più distratto e incline all’usa e getta – sta diventando sempre più difficile emergere o rimanere in cima alle preferenze, anche per coloro dotati di indubbio talento. Tuttavia, ora che i tedeschi sono stati accolti sotto l’egida della sempre più rispettata World Terror Committee (e della Season Of Mist per il mercato USA), qualcosa potrebbe cambiare per il meglio. “The Dead Of The World”, d’altronde, è un altro lavoro esemplare per questa misteriosa formazione, ora abilissima nel creare soundscape spettrali e desolati. Dopo che il debut aveva riletto con maestria la tradizione black metal svedese, la nuova opera prova a muoversi in direzione piuttosto diversa, ergendosi da manti drone, equilibri instabili a rumorismi, ma mantenendo al tempo stesso una evidente e belligerante componente black metal vicina a vecchi Watain e Ondskapt. Il gruppo si fa artefice di scenari roboanti, fatti di cinematiche e apocalittiche cavalcate ispirate ai suddetti colleghi, ma drogate da influssi, interferenze e dissonanze che possono ricordare certi avventurieri della attuale scena francese. I brani sono molto lunghi e dai toni perennemente sinistri, si sviluppano quasi sempre su una soffocata escalation dove algide tregue ambient si alternano a progressioni e deflagrazioni che trovano in corposi midtempo i loro picchi massimi di impatto e coinvolgimento. In tracce come “Death’s Golden Temple” o “Mortui Mundi” è come se la band cercasse appunto un compromesso tra l’irruenza e l’abrasività del black metal più autentico e quelle vibrazioni sconnesse e quell’indole progressiva à la Deathspell Omega che oggigiorno sono solite incuriosire anche coloro che non rientrano affatto tra i cosiddetti puristi. Quella degli Ascension per il loro secondo disco è una scelta tutto sommato coraggiosa, esule da soluzioni scontate, tanto che le sue alchimie e geometrie talvolta risultano ineffabili. Un’opera radicale, ostica e monolitica, che richiede un ascolto attento e che in ultimo potrebbe persino arrivare ad alienare alcuni fan più legati alla tradizione; un “problema” che i suoi autori molto probabilmente non si sono nemmeno posti, visto che “The Dead Of The World” sprizza innata sicurezza, oltre che indubbia personalità. Chi saprà misurarsi con esse potrà godere di un disco “ricco” sotto ogni punto di vista.