7.0
- Band: ASHENSPIRE
- Durata: 00:59:19
- Disponibile dal: 20/01/2017
- Etichetta:
- Code666
- Distributore: Audioglobe
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Stanchi della banale ed irreale rappresentazione del passato romantico della Vecchia Albione, gli Ashenspire si presentano al pubblico con il loro debutto, che vuole cancellare questa patina stucchevole, per ritornare a mettere le mani nello sporco della realtà, raccontando la Storia, con la ’S’ maiuscola, dell’imperialismo britannico. Il risultato di questa narrazione sono sette composizioni che ci riportano direttamente alla fine dell’Ottocento, un passato fatto di oppio e laudano, dove l’Inghilterra era ricoperta da una spessa coltre di fuliggine, le strade erano invase dagli orfani di Dickens e le strade notturne erano illuminate da lampade ad olio. Un periodo tanto buio quanto fascinoso, che si sposa perfettamente con la musica presentata dal quartetto scozzese, che opta per un avantgarde metal accomunabile ad A Forest Of Stars, Vulture Industries e Dødheimsgard, senza dimenticare la teatralità dei Devil Doll. La musica degli Ashenspire non è semplice: la trama melodica viene volontariamente frantumata, con l’estremismo del black metal che si concede solo qualche elegante sprazzo melodico grazie agli eleganti inserti di pianoforte e violino, combinati in maniera efficacissima, con le atmosfere ottocentesche evocate dalla band. A rendere il tutto ancora più ostico, si aggiunge anche lo stile vocale scelto dal cantante/batterista Alasdair Dunn, che sperimenta in quest’album una tecnica nata agli inizi del ‘900 chiamata ‘sprechgesang’: si tratta di un particolare stile che fonde le caratteristiche dal canto con quelle del parlato, per un risultato estremamente affascinante, dall’alto tasso di teatralità, che però non aiuta certamente all’interno di una trama musicale già di per sé tutt’altro che immediata. D’altra parte questo è al contempo il punto di forza e il limite della musica degli Ashenspire, una folle opera che concede pochissimi appigli all’ascoltatore e non teme di affrontare anche una scrittura dilatata che, ad eccezione di un solo episodio, si assesta tra i sette e i tredici minuti di durata a brano. Superato questo ostacolo, però, è difficile non lasciarsi trasportare da questa interessante formazione: la band scozzese si mostra già decisamente matura pur essendo ancora al debutto, sia per le scelte musicali, sia per i temi e le ambientazioni evocate. Forse un maggiore lavoro di sintesi avrebbe aiutato a smussare qualche asperità di troppo, rendendo ancora più efficace il tutto, ma indubbiamente gli Ashenspire sono una realtà da tenere d’occhio.