5.5
- Band: ASPHODELIA
- Durata: 01:02:09
- Disponibile dal: 20/04/2018
- Etichetta:
- Mighty Music
- Distributore: Audioglobe
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Ancora una volta parliamo di metal sinfonico, in questo caso a opera dei pugliesi Asphodelia i quali, a due anni di distanza dall’EP di debutto “Vengeance”, rilasciano per l’attivissima Mighty Music il loro primo full-length ufficiale intitolato “Welcome Apocalypse”. Un titolo assai potente per un album che, sin dalla iniziale titletrack, di potente sembra avere ben poco, ma spieghiamoci meglio: il disco si presenta in verità abbastanza bene, con una produzione adeguatamente curata e vari elementi musicali tipici amalgamati discretamente bene tra loro, seppur decisamente già sentiti e strasentiti in numerosi lavori composti da realtà più o meno famose all’interno di quello che è, a tutti gli effetti, uno dei panorami più saturi e stantii attualmente esistenti. Lo diciamo sempre che essere derivativi non è necessariamente un male, e che saltano fuori ogni anno band dal sapore relativamente di ‘già sentito’, ma che comunque risultano in grado di immettere sul mercato lavori potenti e spesso degni di votazioni anche piuttosto alte da parte della stampa specializzata. Purtroppo gli Asphodelia non riescono del tutto a far parte del suddetto insieme, poiché l’album alla fine risulta abbastanza povero di momenti realmente esaltanti nonché, come dicevamo ad esempio per l’ultimo album dei francesi Whyzdom, totalmente inutile nel momento in cui si dispone di un qualsiasi lavoro degli Epica o di band affini da estrarre dallo scaffale per inserirlo nel lettore. Inoltre questo “Welcome Apocalypse” soffre di una problematica difficilmente sormontabile da parte di molti ascoltatori: concilia decisamente più il sonno che altro e questo perché, come dicevamo in precedenza, non ci sono fasi particolarmente degne di nota, ma in compenso è pieno di pezzi che sanno decisamente di filler, che si sarebbero quindi potuti tranquillamente escludere dalla tracklist finale, la quale risulta in questo modo, coi suoi sessantatré minuti abbondanti, anche troppo lunga; sul finale, giusto per non farsi mancare niente, è stata persino inserita una cover di “With or Without You” degli U2 senza infamia e senza lode. Con questo non vogliamo assolutamente scoraggiare questi ragazzi, anche perché si tratta di una band italiana esordiente e a prescindere è giusto dargli almeno una chance se si apprezza particolarmente il genere, solo in quel caso però! Anche perché chi non mangia quotidianamente pane, voci femminili e sinfonie più o meno ispirate difficilmente troverà anche solo un motivo per acquistare l’album o, quanto meno, per ascoltarlo più di una o due volte in croce prima di archiviarlo. Il consiglio che ci sentiamo di dare agli Asphodelia è quello che di solito riserviamo a tutte le band nella loro stessa situazione, ovvero di cercare di trovare una loro dimensione e una loro identità curando maggiormente il songwriting e proponendo qualcosa di magari non originale, ma quantomeno ricco di quella grinta e quella magia che in ogni filone del metal è sempre possibile riconoscere nel momento in cui si fanno le cose in un certo modo. Sappiamo bene che non si tratta di un compito facile, ma quando il mercato offre così tante alternative decisamente più riuscite, anche tra quelle più underground, è necessario rimboccarsi adeguatamente le maniche.