ASPHODELUS – Sculpting From Time

Pubblicato il 22/08/2023 da
voto
7.5
  • Band: ASPHODELUS
  • Durata: 00:43:39
  • Disponibile dal: 25/08/2023
  • Etichetta:
  • Hammerheart Records

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Gli Asphodelus sono dei veri difensori della fede. In questo caso, però, non parliamo di cosiddetto true metal, ma di primordiale gothic-doom, di un suono tanto ruvido quanto romantico, rimasto intrappolato in una faglia temporale e mai aggiornato. Con il gruppo finlandese ci eravamo lasciati circa quattro anni fa, al tempo del notevole primo full-length “Stygian Dreams”, ma da allora non sembra essere cambiato moltissimo in seno alla band: da sempre i ragazzi vogliono suonare démodé e l’approccio viene confermato sul nuovo “Sculpting from Time”, un altro album che potrebbe essere uscito nel periodo 1992-96.
Lo sappiamo tutti: il panorama metal è pieno di formazioni – anche giovanissime – votate a tutto ciò che è old school, sia sul versante classico che su quello estremo; tuttavia, oggigiorno sono rari i gruppi che decidono di cimentarsi con uno stile così di nicchia come quello caro agli Asphodelus. Di nuovo, i finnici vanno a elaborare una sorta di death-doom languido e melodico che in più punti sembra scomodare dall’aldilà il fantasma dei primi Tiamat e dei Katatonia degli esordi, con una punta dei Rotting Christ di “Triarchy of the Lost Lovers” nei momenti più agili. Rispetto al disco precedente, questa volta si sentono più Johan Edlund e soci, se non altro perché la band pare aver limitato gli omaggi ai Fields of the Nephilim di katatonica memoria, optando per un songwriting e un gusto melodico meno sgargianti e più compatti; le strutture delle canzoni però non rinunciano a frequenti aperture ariose e a passaggi dove le chitarre si tengono alla larga dalle distorsioni. Le influenze primarie alla base della proposta, comunque, restano quelle di sempre, con un Jari Filppu che al microfono prova in alcuni episodi a ricordare il giovane Jonas Renkse e gli sforzi di quest’ultimo su un’opera come “Dance of December Souls”.
Gli Asphodelus, in sostanza, sono una band per vecchi nostalgici, per tardoni gothic-doom da tuba e mantello di ciniglia, per gente da eventi ultra settoriali come il Madrid Is The Dark; per chi, andando a vedere suonare gli Anathema, negli anni non ha mai smesso di gridare “Sleepless!” nelle pause fra un pezzo e l’altro. Insomma, si può dire tutto di “Sculpting from Time”, ma non che sia un disco ruffiano: i finlandesi, genuinamente scollegati dalla realtà, allestiscono una proposta a dir poco vintage, per pochi, suonata con passione e con una sensibilità pervasa da una indubbia forza introspettiva. Il tono complessivo del lavoro, pur mostrando ovviamente limiti di personalità, è dunque godibile e piacevole nel suo mescolare le carte dell’ispirazione, prendendo un po’ da “Clouds”, un po’ da “Dance…”, un po’ dal vecchio Sakis Tolis, ma impastando il tutto senza affidarsi a sviluppi troppo ‘telefonati’. Gli Asphodelus, anche in questa circostanza, scandagliano le profondità del loro animo inquieto ed evitano insomma di limitarsi al compitino. Ed è di nuovo un piacere ascoltarli, per noi e i nostri fragili cuori adolescenziali.

TRACKLIST

  1. Waterside
  2. Fallen Dreamer
  3. Life Painted Vermilion
  4. Monuments of Deception
  5. World of Hollow
  6. Where Sirens Wept
  7. The Moon in Pisces
  8. Sculpting the Time
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