7.5
- Band: ASPHODELUS
- Durata: 00:42:26
- Disponibile dal: 15/02/2019
- Etichetta:
- Terror From Hell Records
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Squarci dark wave nel bel mezzo dell’oscuro doom-death metal dei primi anni Novanta; melodie ariose e decadenti declamazioni affisse su imponenti orditi di basso e su viziosi intrecci di chitarra/tastiera. La sensibilità e l’impatto dei Fields of the Nephilim, dei Katatonia di “Dance of December Souls”, dei primi Tiamat e Paradise Lost: è qui che si accentrano inequivocabilmente i riferimenti musicali degli Asphodelus, terzetto finlandese che esattamente a tre anni di distanza dall’EP “Dying Beauty & the Silent Sky”, spalleggiato dalla label italiana Terror From Hell Records, rilascia il suo primo full-length intitolato “Stygian Dreams”. Formatasi nel 2012, inizialmente sotto il moniker Cemetery Fog, la formazione finlandese infonde passionalità e un indiscusso amore per un filone ormai da molti considerato obsoleto in una nostalgica opera prima all’interno della quale emergono incontrastati riff grezzi e dinamiche palpitazioni che suggestivamente riescono a farci riassaporare atmosfere crepuscolari e mood malinconici di matrice anni Ottanta e Novanta. Malgrado gli inevitabili parallelismi stilistici con le muse ispiratrici, i ragazzi risultano possedere il giusto piglio nello strutturare, senza annoiare, una tracklist di otto brani all’interno della quale si distinguono le arrembanti trame di “The Hourglass Infernal” e “Delusions Ad Astra”, stra-colme di dolenti ricami di chitarra in stile Nyström/Mackintosh e di pimpanti fughe di tastiera, e una “Where Freezing Spirits Fall”, più lunga e dalle algide tinte doom nordiche. A tratti sembra in effetti di ascoltare delle B-side di “Dance of December Souls”, ma l’ispirazione alla base della musica è positiva, la mano dei musicisti sicura e, a conti fatti, l’ascolto procede felicemente. Dimostrando di aver ben chiaro cosa ‘fare da grandi’, gli Asphodelus superano quindi con una certa agilità il banco di prova numero uno, consegnandoci una proposta da un lato indubbiamente démodé, ma dall’altro concretamente persuasiva, frutto di un progetto artistico coerente e fondato su una attenta ricerca. “Stygian Dreams” rispolvera dal passato atmosfere di grande impatto senza cadere nella trappola dello scialbo plagio, regalando inaspettatamente nuova linfa a un movimento oggi spesso dimenticato.