ASPHYX – Death… The Brutal Way

Pubblicato il 23/06/2009 da
voto
8.5
  • Band: ASPHYX
  • Durata: 00:48:57
  • Disponibile dal: 22/06/2009
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: EMI

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Stupendo! Non ci sono altre parole per descrivere il comeback discografico degli Asphyx. Solitamente siamo piuttosto scettici verso le reunion, ma questo “Death… The Brutal Way” è talmente esaltante che ogni minimo dubbio viene spazzato via già dall’iniziale “Scorbutics”; è come se Bob Bagchus e soci non ci avessero mai lasciato tanta è la coerenza con il passato. “Death… The Brutal Way”, al di là del titolo sicuramente ingenuo, è un salutare tuffo nei tempi che furono, da consigliare senza remore a chi ha sempre amato gli Asphyx, ma anche da far ascoltare ripetutamente alle nuove leve di death metaller, magari carenti per quanto concerne la vecchia scuola. Il lavoro è da prendere ad esempio di come dovrebbe suonare un album death: sporco, cattivo, incazzato, pesante, mefitico e chi più ne ha più ne metta. Qui dentro c’è tutto quanto si possa desiderare, a partire dal growling eccelso di Martin Van Drunen, vera e propria icona death, che qui regala un’interpretazione solo leggermente inferiore a quanto fatto l’anno passato sul portentoso esordio degli Hail Of Bullets. Che dire poi della sezione ritmica devastante formata da Bagchus alla batteria e Wannes Gubbels al basso? Semplicemente terremotante! Anche il nuovo entrato Paul Baayens alla chitarra offre una performance concretissima e distorta che calza alla perfezione sul sound dei nostri. Sound che, come sempre, alterna partiture veloci e a volte al limite del thrash con rallentamenti pesantissimi di matrice doom, come nel caso della title track, che può ricordare una versione ipervitaminizzata degli Exodus. I dieci brani del nuovo lavoro sono tutti ottimamente composti e non danno tregua all’ascoltatore, sia che si muovano su tempi medi, come la già citata “Scorbutics”, sia quando le ritmiche diventano più telluriche e martellanti, come nell’ottima “Eisenbahnmörser”. Gli olandesi però si superano addirittura quando tolgono il piede dall’acceleratore e ci consegnano brani possenti quali l’epica “Asphyx II (They Died As They Marched)” o “Cape Horn". In questi casi i ragazzi, al contrario degli egualmente ottimi Incantation, non eccedono in partiture mutuate dai Black Sabbath, ma piuttosto rallentano quello che é il classico rifferama death, per un risultato finale sicuramente diverso ma egualmente efficace. Detto dell’ottima copertina in bianco e nero, della produzione grezza ed efficace e di un mixing eccellente (opera di sua maestà Dan Swanö), non ci resta che inchinarci per l’ennesima volta alla grandezza degli Asphyx, tornati per riprendersi il posto che compete loro nell’olimpo della musica estrema. Ad oggi album dell’anno, almeno per chi scrive!

TRACKLIST

  1. Scorbutics
  2. The Herald
  3. Bloodswamp
  4. Death The Brutal Way
  5. Asphyx I I ( They Died As They Marched )
  6. Eisenbahnmörser
  7. Black Hole Storm
  8. Riflegun Redeemer
  9. Cape Horn
  10. The Saw, The Torture, The Pain
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