ASPHYX – Necroceros

Pubblicato il 17/01/2021 da
voto
7.0
  • Band: ASPHYX
  • Durata: 00:50:16
  • Disponibile dal: 22/01/2021
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: Sony

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Diciamolo subito: “Necroceros”, decimo full-length degli Asphyx, non è il miglior lavoro della death metal band capitanata dal leggendario Martin va Drunen. Il ritorno con un album come “Death… the Brutal Way” dopo quasi un decennio di assenza dai palchi aveva fatto gridare al miracolo e aveva subito eletto gli olandesi a redivivi paladini del genere: un fardello pesante da sostenere, ma il mandato era comunque sembrato ampiamente alla portata del quartetto alla luce di dischi come “Deathhammer” e “Incoming Death”. Ora, con “Necroceros”, nella band si avverte però la necessità di tirare un po’ il fiato o anche solo la voglia di sperimentare qualcosa di diverso, pur restando nel complesso legati allo stile di partenza.
L’attacco, del resto, risulta assolutamente rassicurante, con una sfiziosa “The Sole Cure is Death” in grado di riassumere al meglio il tipico Asphyx sound, fra i soliti riff tonanti di Paul Baayens e la performance semplice e precisa di Stefan Hüskens alla batteria, capace di passare da ritmiche quadrate ad altre più incalzanti con la sua consueta linearità. Dopo una curiosa “Molten Black Earth” – composizione chiaramente ispirata ai Bolt Thrower e che sa tanto di risposta a tutti coloro i quali si sono sempre domandati come avrebbe suonato il gruppo britannico se van Drunen fosse rimasto con loro dopo i tour di metà anni Novanta – la tracklist si sviluppa attraverso una serie di midtempo che sembrano portare il gruppo verso un sound più compassato e intinto di venature classic metal, riducendo i livelli di aggressività rispetto ai titoli di apertura. In questa ‘terra di mezzo’ del disco vengono dunque introdotte tonalità più distese e introspettive, che, partendo da quella componente doom metal tipica della proposta della band, sfociano in trame più armoniche che tentano di uscire da quelle tenebre viscerali di cui si la formazione di origine olandese di solito si fa portavoce. L’anima classic/doom metal prende la scena e, alla lunga, vengono quindi un po’ a mancare quella tempra, quella tensione e quel senso di ostilità che di norma assoceremmo agli Asphyx, nonostante pezzi come “Botox Implosion” – bordata classicissima che sicuramente diventerà un highlight dei futuri concerti – e la stessa “Necroceros”, quest’ultima un midtempo sepolcrale aderente alla vecchia tradizione, riescano a fare abbondantemente battere il cuore.
In sostanza, l’album dà a tratti l’impressione di perdersi un pochino per strada con episodi bolsi o comunque non troppo accattivanti, in bilico tra una brutalità trattenuta e una vena melodica non eccelsa, tra una sorta di rinnovamento lasciato a metà e vecchi marchi di fabbrica. Dopo tre dischi esplosivi, era comunque lecito incappare in una leggera frenata post-reunion: non siamo certo davanti a quella confusione che regnava nel vecchio “God Cries” – volendo citare il capitolo più scadente della discografia – quindi agli Asphyx si può solo dire di continuare a insistere su ciò che da sempre sanno fare meglio, sicuri che nuovi ottimi risultati prima o poi arriveranno. Non saranno certo una manciata di canzoni non esattamente ispiratissime a farci perdere la stima che nutriamo nei confronti di questi veterani.

TRACKLIST

  1. The Sole Cure is Death
  2. Molten Black Earth
  3. Mount Skull
  4. Knights Templar Stand
  5. Three Years of Famine
  6. Botox Implosion
  7. In Blazing Oceans
  8. The Nameless Elite
  9. Yield or Die
  10. Necroceros
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