8.0
- Band: ASTARTE SYRIACA
- Durata: 01:04:26
- Disponibile dal: 23/06/2008
- Etichetta:
- Lost Sound Records
- Distributore: Self
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Negli ultimi mesi abbiamo spesso messo in evidenza l’ottima salute di cui gode la scena metal nostrana, protagonista di eccellenti lavori nei più disparati sottogeneri della musica estrema; ora ci troviamo di fronte all’ennesimo album a cinque stelle, reso ancora più sorprendente dal fatto che si tratta di un esordio sulla lunga distanza. Infatti, dopo la pubblicazione di un promo nel 2004 e la successiva promozione in sede live, gli Astarte Syriaca si presentano al grande pubblico con questo “Darkened Light”, un piccolo capolavoro in chiave metal prog; la proposta del combo romano si dimostra molto interessante e creativa, capace di coniugare una grande capacità compositiva con una tecnica esecutiva da far invidia ai mostri sacri del genere. Senza scadere in facili scopiazzature questo album ci presenta un prog molto raffinato, preciso in ogni sua sfumatura, inchiodando (è proprio il caso di dirlo) l’ascoltatore dal primo all’ultimo minuto, il che non è sempre facile soprattutto in un genere che spesso rischia di diventare ridondante e prolisso. Questa band ha veramente talento da vendere, come dimostrano i suoi spettacoli in sede live dove ha saputo coniugare i diversi ambiti artistici rappresentati dalla poesia e dalla video arte con la musica: punto culminante della proposta è il progetto “Jesus Christ Superstar – Opera Prog” dove la componente musicale unita a quella teatrale raggiunge la forma del “concerto-spettacolo”, vera e propria forma d’arte autonoma.Insomma, stiamo parlando di artisti a 360° capaci anche di cimentarsi nel difficile mondo delle colonne sonore firmando le musiche di “Green”, pellicola diretta da Carlo Fineschi; così “Darkened Light” lo potremmo definire come il coronamento di un processo creativo che ha permesso alla band di maturare e di fare dell’eclettismo il suo principale punto di forza che, unito alla grande tecnica ed alla capacità compositiva non comuni, porta come risultato un album che si candida ad essere la miglior release in chiave prog dell’anno, capace di coniugare aggressività e dolcezza allo stesso tempo. Numerose le influenze che si colgono durante l’ascolto: si va dai Dream Theater ai Symphony X, passando per i Deep Purple e gli Yes; da segnalare la presenza dietro le pelli di Gabriele Valerio, già drummer dei Theatres Des Vampires che si trova perfettamente inserito in un contesto caratterizzato da ottimi musicisti. Un ultimo plauso alla voce del bravissimo Valentino Moser, singer tecnicamente perfetto dotato di uno straordinario eclettismo. Non dovete fare altro che passare all’ascolto e lasciarvi catturare dalla magia che questa band riesce a creare.