7.0
- Band: ASTRA
- Durata: 56:15
- Disponibile dal: 15/04/2014
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
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Torna la band laziale con il suo terzo album in studio, il primo dopo la dipartita di Titta Tani, degnamente sostituito alla voce dal bassista Andrea Casali. Finalmente gli Astra riescono a costruire uno stile personale che si discosta dai Dream Theater (di cui sono stati la cover band italiana ufficiale), e dai corregionali DGM, influenza quasi d’obbligo vista la presenza del tastierista Emanuele Casali e, in passato, quella del già citato Tani. “Broken Balance” è un disco abbastanza vario che sa unire con estrema disinvoltura chitarre heavy a melodie ammiccanti; date un ascolto alla traccia iniziale “Losing My Ego” e vi renderete conto di quello che intendiamo. Qui, sono evidenti le influenze dell’hard rock americano, uno dei tratti distintivi del sound dei Nostri, abili nel riuscire a sfruttarlo nel migliore dei modi per trovare la giusta melodia o il chorus vincente. A questo punto non pensate che il progressive degli Astra sia orientato verso i suoni delle decadi passate, perchè siete sulla strada sbagliata. Già con le seguenti “Hole In The Silence” e “Sunrise To Sunset” vi renderete conto di quanto la proposta della band sia fresca e attuale. Inoltre, pur presentando parecchie melodie colorate, “Broken Balance” si concede anche al lato più oscuro del progressive, tirando in ballo gli Opeth e gruppi più cerebrali come i Vanden Plas. Grinta e fantasia non mancano quindi, come la voglia di sperimentare e distaccarsi dai canoni del progressive in episodi come “Understand”, cesellata da suoni robotici ed elettronici, seguiti da devastanti blast beat, e dal sorprendente finale di “You Make Me Better”, continuamente sospeso tra ballad e uptempo, e zeppo di differenti umori e sonorità, alla maniera di giganti come Queen e Pink Floyd. “Broken Balance” non è un lavoro che cambierà le sorti del genere, ma senz’altro ci consegna una band con un’identità ben precisa. Avanti così.