7.5
- Band: AT THE ALTAR OF THE HORNED GOD
- Durata: 00:39:15
- Disponibile dal: 03/03/23
- Etichetta:
- I Voidhanger Records
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E’ con una certa, piacevole apprensione che ci si appresta all’ascolto di “Heart Of Silence”, secondo lavoro in studio di At The Altar Of The Horned God: il primo vagito “Through Doors Of Moonlight” ci aveva sorpreso infatti con il suo potente spirito pagano e ritualistico, un carattere imprescindibile che Heolstor, unico membro di questo progetto, dona inequivocabilmente al suo black metal anche in questa occasione. Il carattere mantrico e cerimoniale, sottolineato dal costante uso di percussioni primitive, djembe e linee vocali volutamente semplici e ripetitive, si sposa costantemente con la matrice più feroce del sound dello spagnolo, che cerca nemmeno troppo velatamente di coniugare uno stile alla Dead Can Dance con quello più ferale degli Arckanum, secondo una comunione sacra che ammanta ed investe i bei momenti musicali di questo disco. Ecco quindi che “Listen”, ammaliante filastrocca ancestrale introduttiva, si tramuta nelle urla animali di “Closing Circle” e nel riffing tempestoso della title-track, capace di suscitare emozioni sincere ed inebrianti, continuando la sua oscura evocazione nel catatonico incedere di “Chthonic Summoning”, sorretta ostinatamente da una singola nota ripetuta per tutta la durata del brano.
A colpire in positivo, è sempre la grande organicità con cui si passa dai momenti più sostenuti a quelli maggiormente meditativi (“Guardian Of The Threshold”), mostrando lo studio approfondito con cui questo artista ha deciso di dedicarsi alla sua creatura, curando cioè ogni aspetto con la dovuta minuzia e non lasciando mai prevalere un versante a scapito dell’altro (“Anointed With Fire”). Solo l’eccentrica cover del progetto electro/industrial Suicide Commando, “God Is In The Rain”, spezza momentaneamente l’ipnosi black metal per mezzo di soluzioni leggermente più catchy, ma adeguatamente contestualizzate al materiale originale di “Heart Of Silence”, prima che “Severing Light” chiuda il rituale con maestoso decoro.
Quello che rimane al termine del primo, come del decimo ascolto, è la sensazione di aver partecipato ad un esperienza pregnante, densa di sensazioni accese che permettono all’album di splendere di una personale ed oscura luce propria e di trasportare attraverso un percorso dal significato potente. Heolstor dedica i suoi inni alla Notte, alla Natura, alle sue creature ed i suoi fantasmi, all’oscurità dell’animo umano, racchiusi negli otto tasselli che compongono questa avventura, da affrontarsi con spirito franco e concentrazione attiva per lasciarsi andare veramente verso un mondo Altro.