9.5
- Band: AT THE GATES
- Durata: 00:45:00
- Disponibile dal: //2002
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Self
Uno dei classici di tutti i tempi: così la Earache definisce “Slaughter Of The Soul”, capolavoro e, purtroppo, epitaffio di una delle più grandi death metal band che siano mai esistite. Come darle torto? L’album in questione è senza dubbio uno dei lavori migliori e più influenti che siano mai stati pubblicati durante gli anni Novanta: un album che è stato fonte d’ispirazione per decine e decine di band negli anni successivi, un album che all’epoca diede una dimensione nuova al death-thrash metal e che diede uno scossone alla scena paragonabile solo alla pubblicazione delle pietre miliari dei maestri americani (Morbid Angel, Death, Suffocation, ecc) e di “Left Hand Path” degli Entombed. Oggi ci si esalta per band come Soilwork o Darkane, o per i lavori di act minori come Hatesphere o Callenish Circle, ma dove sarebbero ora tutte queste band (tutte comunque valide) se un disco come “Slaughter Of The Soul” non fosse mai stato pubblicato? Forse non esisterebbero neppure. L’accoppiata iniziale, costituita da “Blinded By Fear” e dalla title track, è qualcosa che difficilmente si spiega con parole: in circa sei minuti vengono riassunti tutti i punti di forza di un disco destinato a diventare leggendario – tecnica sopraffina, aggressione furibonda ma ragionata (e per questo ancora più letale), melodia, velocità d’esecuzione impressionante e, per finire, la voce di Tomas “Tompa” Lindberg, cantante dalla timbrica unica e inconfondibile, imitato da molti ma il cui livello di cattiveria resta irraggiungibile per chiunque (memorabile il “go!” all’inizio della title track). In questo loro ultimo lavoro, gli svedesi trovano il perfetto punto di congiunzione tra le ferocia del death metal e i mille preziosi insegnamenti del thrash Bay Area, svelando definitivamente un modo di intendere il riffing di chitarra che in questo genere (ma anche nel metal-core) ha solo fatto scuola. Il resto dell’album prosegue sulle stesse splendide coordinate, regalandoci gioielli come “Cold”, l’intermezzo acustico “Into The Dead Sky”, “Suicide Nation”, “World Of Lies” e “Need”, brani forse meno famosi dei due iniziali ma non certo meno efficaci. I testi di Tompa inoltre sono bellissimi, superbo complemento e altro vero e proprio marchio di fabbrica della Suicidal Final Art partorita dai fratelli Bjorler. Riascoltando questo album non si può fare a meno di rimpiangere questa band, scioltasi all’apice del successo e con in tasca ancora molte cose da dire. Purtroppo la reincarnazione a nome The Haunted ha lasciato non poche persone con l’amaro in bocca. I fratelli Bjorler, infatti, anziché provare a scrivere un degno successore di questa pietra miliare, hanno preferito darsi al pieno revival thrash sfornando un paio di album che, pur essendo ottimi, non aggiungono molto a quanto fatto dai vari Slayer e Dark Angel diversi anni prima. Gli At The Gates erano i leader di un movimento che solo negli ultimi anni è definitivamente esploso e molti, colpevolmente, non li conoscono ancora o li hanno sempre ignorati. Crediamo quindi che ogni appassionato di questo tipo di sonorità dovrebbe rimediare e avere nella propria collezione “Slaughter Of The Soul” (se non l’intera discografia dei nostri). La Earache, per invogliare all’acquisto, ha incluso ben sei bonus track, tra cui l’ottimo brano inedito “The Dying”; inoltre, è prevista un’edizione limitata di questo album con una confezione speciale, il cui acquisto è quasi inutile definire OBBLIGATORIO, visto che – se ancora non fosse chiaro – qui siamo al cospetto del “Reign In Blood” degli anni Novanta. Semplicemente fondamentale.