Gli At The Soundawn, quintetto di Modena attivo dal 2005, forti di un contratto con la Lifeforce, danno oggi alle stampe il proprio debutto “Red Square: We Come In Waves”, mostrando la volontà di battere sentieri non particolarmente frequentati in Italia. Postcore non eccessivamente plumbeo (gli abissi dei Lento, per intenderci, qui non sono di casa), ma piuttosto contaminato da tentazioni prog e aperture melodiche è quanto propongono i nostri nei sette brani di questo stimolante debutto. Spesso vicini agli ultimi Isis, gli At The Soundawn rischiano qua e là di passare per imitatori della band di Aaron Turner, ma un esame più attento del carattere del gruppo modenese allontana il fantasma del manierismo. La sequenza melodica infilata in mezzo all’opener “Slight Variations”, è vero, potrebbe essere presa direttamente da “In The Absence Of Truth”, ma altrove gli At The Soundawn mostrano personalità e intelligenza. La scelta di non infilarsi in boriosi tunnel psichedelici, preferendo un’efficace stringatezza è lodevole e vincente. I sette brani corrono veloci verso la fine e le progressioni armoniche della band emergono con prepotenza in schegge dalla durata perfettamente calibrata. Loro suonano bene, il disco ha una produzione forse un po’ sottile ma non sgradevole e si ha l’impressione che i margini di miglioramento siano ancora ampi. Avanti così.