6.5
- Band: ATHALAY
- Durata: 00:27:00
- Disponibile dal: 01/10/2009
- Etichetta:
- Evil Cemetery Records
- Distributore: Andromeda
Spotify:
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Ancora adesso di tanto in tanto dall’Est europeo arrivano gruppi che conservano intatto il fascino dei tempi che furono, il tipico sound ed il modo di intendere il metal estremo di un decennio fa, predisposizione alla musica che molti gruppi occidentali non possono ricreare nemmeno mettendosi d’impegno. Il nuovo EP degli ungheresi Athalay dimostra come in alcuni paesi si possa essere ancora ‘arretrati’ e per questo motivo assai affascinanti. La band suona uno strano incrocio di black e gothic metal con l’aggiunta di una imponente sovrastruttura sinfonica, frutto delle due belle e brave tastieriste della band. Questo EP entra in testa, c’è poco da fare, già dopo il secondo ascolto, le strutture dei brani sono semplici, il cantato segue le ritmiche ma riesce sempre ad essere incisivo, quasi sempre il riffing non è niente di particolare, ma fa da supporto all’intelaiatura sinfonica fatta dai synth. Qui, come andava in voga un decennio fa, le tastiere sono chiamate a svolgere un compito semplice ma fondamentale: creare le atmosfere e le melodie dell’intera proposta musicale. In alcuni brevi momenti gli Athalay potrebbero farvi tornare in mente i primi Graveworm anche se la band ungherese è molto più ‘spartana’. ‘Spartana’ quanto volete, certo, ma i brani rimangono fissati in mente e non si può dire che siano fatti male. Il gioco per adesso funziona anche perché questo Ep, in quanto tale, ha un minutaggio ridotto. Il giudizio al momento è positivo, vediamo se la band saprà rinnovarsi ed essere ancor più convincente nella prossima release.