7.5
- Band: ATHENA
- Durata: 00:54:09
- Disponibile dal: 25/10/2024
- Etichetta:
- Reigning Phoenix Music
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C’è poco da fare: quando Fabio Lione ha potuto, nel corso degli anni, dare sfogo senza limiti o paletti alla propria arte ed ispirazione, ne sono sempre usciti grandi dischi. Stavolta torna in pista con gli Athena XIX, band ricordata per quel disco di power metal progressivo ed elegante rimasto nel cuore di molti ed intitolato “A New Religion?”: lì eravamo nel lontano 1998, oggi il gruppo si ripresenta con la formazione originale, aggiungendo al moniker quel ‘XIX’ che non è altro che l’anno della reunion, per differenziarsi dalle diverse band che usano oggi il nome Athena.
Come si evince dal titolo, “Everflow Part 1: Frames Of Humanity” è la prima parte di un concept album che tratta alcuni temi attuali quali la consapevolezza ecologica, il controllo di massa ed il progresso tecnologico senza freni, ispirandosi anche a tematiche sci-fi e a pellicole come “The Matrix” “Transcendence” e “Sunshine”. Rispetto al suo grande predecessore – che, va detto, ebbe un seguito nel 2001 con il più powereggiante “Twilight Of Days” ed una line-up rinnovata – stavolta le sonorità sono cupe ed oscure, il cantato tetro, malinconico e teatrale. I brani sono complessi e moderni, sfoggiando sonorità progressive intrise di arrangiamenti elettronici, passaggi thrash e jazz, ottenendo un incontro sonoro tra Symphony X, Eldritch e Kamelot.
La partenza con “Frames Of Humanity” mette subito in mostra tutto questo e deve molto proprio alla band di Youngblood, in particolare nelle sue ultime produzioni; chitarre potenti e distorte vanno a braccetto con tastiere anthemiche, creando un mix letale che continua sui riff possenti della cinematica “Legacy Of The World”, dove arrangiamenti elettronici si sposano bene con chitarre robuste e l’ugola espressiva, che ben conosciamo, di Lione.
Gli Athena XIX si dimostrano ispirati e riescono a creare brani elaborati senza dilungarsi troppo ma, anzi, concentrandosi spesso su composizioni di quattro o cinque minuti, con parti strumentali essenziali ed un maggior focus su arrangiamenti, linee vocali ed atmosfere. Ne è un ulteriore esempio la melodica “The Day We Obscured The Sun” che cattura subito grazie ad un refrain orecchiabile supportato da fondamenta solide, costruite su pilastri di riff robusti e stabili.
La sessione ritmica si esalta durante la dinamica “The Seed”, che viaggia decisa sulle note del basso suonato da Alessio Sabella, mentre Fabio al microfono mostra tutto il proprio range vocale, tra passaggi aggressivi e momenti soft. “The Calm Before The Storm” si muove in perfetto equilibrio tra melodie catchy e arrangiamenti moderni ricordando qualcosa degli Eldritch più datati (periodo “El Niño”) prima di rituffarsi tra le note progressive di “The Conscience Of Everything”, dove compaiono – attraverso i vari cambi di atmosfere – anche cori evocativi ed un bell’assolo di chitarra firmato Simone Pellegrini.
La robusta “Synchrolife” riesce nella sua breve durata a mostrare tante facce diverse all’interno di un sound dinamico: il cantato lirico di Lione assieme a cori, pianoforte, riff decisi e nel finale anche influenze di musica estrema; resta infine da segnalare la presenza di Roy Khan (Conception, ex Kamelot) a duettare con il cantante toscano durante le note moderne e inquiete di “I Wish”.
“Everflow Part 1: Frames Of Humanity” è un disco complesso, originale e coraggioso, che mette in mostra il talento di cinque ottimi musicisti per i quali non si è mai spento il desiderio di rimettersi in gioco, guidati dalla Dea guerriera, Athena!