5.5
- Band: ATHORN
- Durata: 00:49:59
- Disponibile dal: 17/09/2010
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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I cinque ragazzi che hanno dato vita al nuovo progetto chiamato Athorn sono i classici onesti mestieranti tedeschi, che hanno fatto una gavetta più o meno lunga in band minori ed ora tentano di giocare la carta vincente, facendo leva anche su un interessante contratto con la AFM Records. Il nome più noto del quintetto è quello di Carsten Frank, cantante dalla timbrica robusta che si era fatto conoscere ed apprezzare nei Galloglass, ora in pausa di riflessione. I nostri per questo esordio sulla lunga distanza scelgono la strada del thrash metal contaminato da immancabili elementi power e da un’aura modernista che si rifà palesemente ad ultimi In Flames e Soilwork. Diciamolo subito con chiarezza: gli Athorn suonano bene, offrono qualche spunto interessante ma il tutto è talmente impersonale, dispersivo e derivativo che pare quasi di stare ascoltando una cover band. La mancanza di personalità ammanta tutti i brani di “Phobia”, andando ad incidere in maniera rilevante sul giudizio finale. L’album è costruito in gran parte su dei mid tempo rocciosi e dinamici, sopra i quali la bella voce di Frank interpreta gradevolmente le linee vocali. Mano a mano che le canzoni si succedono l’ascoltatore non può fare a meno di pensare a Metallica, Rage, Soilwork, In Flames, Savatage, Iron Maiden, Grave Digger e chissà quante altre band. I momenti migliori arrivano all’altezza di “Humanize The Demon” e della conclusiva “Schizophrenia”; la prima è un mid tempo pesante con classico chorus melodico ed un buon costrutto a livello chitarristico, la seconda un discreto tentativo di mediazione tra il death melodico, il thrash e alcune melodie maideniane. Decisamente sotto la media invece “After The End”, con una pessima accelerazione death-oriented e “The Ferryman”, un power thrash piuttosto evocativo ma assolutamente inconcludente. Le rimanenti canzoni magari meritano la sufficienza, ma nulla più. Se siete dei die hard fan dei generi e delle band succitate magari date un ascolto a “Phobia”, ma sappiate che, dietro un buon sound ed un’esecuzione perfetta, c’è davvero poco.