6.0
- Band: ATROX
- Durata: 00:40:32
- Disponibile dal: 08/09/2017
- Etichetta:
- Dark Essence Records
- Distributore: Audioglobe
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Sesto album per i norvegesi Atrox, che continuano il percorso interrotto ben nove anni fa con il loro album “Binocular”. Già nello scorso album la formazione scandinava aveva mostrato un importante cambiamento nel proprio sound, spostandosi da un metal intricato e cervellotico a là Meshuggah verso una forma più lineare, dalle forti connotazioni progressive e massicce dosi di elettronica. L’evoluzione degli Atrox prosegue su questa strada, asciugando ulteriormente le chitarre e dando ampio spazio all’elettronica più gelida e sintetica. Il risultato è un’atmosfera più cupa e oscura rispetto al precedente lavoro, il che risulta positivo nell’economia dell’album: il riffing industrial e il martellare sintetico del programming danno un taglio volutamente robotico e freddo alle composizioni, mentre la voce del cantante Rune Folgerø guida la melodia, pur senza spiccare particolarmente. Nella biografia di presentazione vengono fatti parallelismi importanti con i Manes (nei quali militano anche alcuni membri degli Atrox), gli Arcturus e Devin Townsend: purtroppo, nonostante “Monocle” sia un lavoro abbastanza solido, siamo molto lontani dalla grandezza dei tre nomi citati. Se infatti queste band sono riuscite a declinare la loro arte attraverso quella strana ispirazione, che ha permesso loro di vivere al di fuori delle classificazioni sempre in bilico tra genialità e follia; gli Atrox purtroppo non riescono a mantenersi sugli stessi livelli, mantenendo una certa monotonia compositiva (ed emotiva), che non fa mai prendere il volo alle composizioni, anche a causa di un songwriting non abbastanza tagliente. Un altro album interlocutorio, dunque, che mette a fuoco alcuni aspetti del sound degli Atrox, ma che ancora non sembra risolutivo nella concretizzazione della loro personalità artistica.