7.5
- Band: ATTIC (DE)
- Durata: 00:50:11
- Disponibile dal: 05/04/2024
- Etichetta:
- Ván Records
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Nell’attesa (vana?) del nuovo album targato King Diamond, o Mercyful Fate, accontentiamoci di ascoltare qualcuno che il Re Diamante lo ha studiato per benino, in ogni suo dettaglio lirico, falsetti compresi.
Stiamo parlando di Meister Cagliostro, protagonista, insieme ai suoi Attic, di “Return Of The Witchfinder”, terza prova in studio della band tedesca dopo il “Sanctimonious” pubblicato ormai sette anni fa: un silenzio discografico che ha permesso al quintetto teutonico di consolidare il proprio sound, maturando ulteriore sicurezza nei propri mezzi, limando inoltre alcune scorie, soprattutto vocali, presenti nei precedenti lavori.
Avevano destato, infatti, qualche perplessità le prove passate del frontman teutonico, non sempre coordinato e deciso nel decantare le sinistre litanie, sbandando talvolta in vocalizzi poco incisivi e concreti. La sua prestazione risulta decisamente più solida e impattante in questo nuovo lavoro in cui, proseguendo il parallelo con cantanti ben più illustri, sembra quasi che il nostro Cagliostro abbia seguito anche alcune lezioni private da tal Rob Halford. Insomma, l’allievo ha scelto due maestri per nulla semplici cui ispirarsi, ma l’esame finale ha dato un risultato più che soddisfacente.
E come lui, anche il resto del band ha mostrato importanti segnali di perfezionamento: il loro insistere sulle fondamenta di un metal tradizionale, bollato da chitarre galoppanti e midtempo (la title-track ne traccia una degna dimostrazione), inserendo pure qualche spunto più oscuro e malinconico (“The Thief’s Candle), a tratti black (“Hailstorm And Tempest” e “Synodus Horrenda”), ha di fatto confermato quella capacità, solo intravista in “Sanctimonious”, di saper andar oltre una più che palese imitazione del gruppo danese, portandosi a casa con quel pizzico di singolarità necessaria a ritagliarsi un spazio del tutto proprio in una scena affollata.
Che qualcosa fosse cambiato, in meglio, lo si era già potuto notare con l’uscita del primo singolo “Darkest Rites”, un brano compatto e dalla facile memorizzazione: caratteristica, questa, anch’essa un po’carente nei primi due album, in cui non vi erano pezzi in grado di rimanere impressi o comunque fare alzare le antenne, in favore di un lavoro più univoco e lineare.
In “Return Of The Witchfinder” – e questo non può che essere un altro punto di forza – oltre alla menzionata “Darkest Rites”, abbiamo la stessa title-track, così come la misteriosa “The Thief’s Candle”, l’arrembante “Offerings To Baalberith” e l’epica “Azrael” a lottare per il podio di miglior traccia del disco.
Insomma, la fiamma degli Attic ha preso finalmente ad ardere come si deve, ed un plauso lo si deve anche all’artista romano Daniele Valeriani, autore della pregevole cover dell’album, dettagliata nei minimi particolari e perfetta nel presentarci questa nuova caccia alle streghe.