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- Band: AUBERON
- Durata:
- Disponibile dal: //2001
Dopo Estenuanti Ricerche non sono riuscito a sapere nulla degli Auberon se non che questo e’ il loro secondo cd dopo il debut Tales of Black. La formazione e’ stata modificata, sostituendo il vecchio chitarrista con Andreas e con la dipartita del vecchio bassista Peka. Dal suono e dai nomi si direbbero svedesi. Mi ha colpito molto il nome dello studio in cui e’ stato prodotto Crossworld: Ballerina Audio… mah… Parliamo del cd in questione…
In questo secondo lavoro Il quartetto propone 37 minuti di Death svedese che non hanno nulla da invidiare ai piu’ conosciuti The Haunted o Arch Enemy. Se adorate gruppi del genere, come il sottoscritto, questo cd vi fara’ impazzire,viceversa se non conoscete i 2 gruppi citati (e probabilmente avete 6 braccia e venite da plutone) vi consiglio di ascoltare “Burning Bridges” degli Arch Enemy…. Gli Auberon pur non avendo fatto grosse innovazioni hanno comunque tentato di portare qualcosa di nuovo all’interno del genere sfruttando giochi di doppie voci talvolta molto azzecati come in “I see her” dove la voce maschile duetta bene con una voce femminile, magari non bellissima e forse rendendo la canzone un po’ melensa, ma con un effetto molto personale e interessante. La voce brutal, presente in altri pezzi come “Ex Oblivione”, invece non si lega molto all’ altra e l’ effetto non e’ esaltante. In generale l’utilizzo delle vocals è’ bello peccato che la voce di Fredrik non sia molto riconoscibile. La musica e’ tipicamente “svedese”con spunti melodici alternati ad altri molto piu’ heavy, riff incrociati e tanti tempi terzinati. Per fortuna non ci sono i riff ultra commerciali che hanno fatta la fortuna degli In Flames, ma le canzoni entrano tutte in testa già dopo un paio di ascolti grazie anche a dei refrain molto melodici,come ad esempio in “Hellborn”, la canzone migliore, a mio giudizio, dell’ intero lavoro. Gli In Flames vengono chiamati in causa solo nella traccia finale del disco dove una strofa ultra sincompata e compressa (vedi “Pinball Map” dall’ultimo “Clayman”) introduce un ritornello risolutivo comunque distante anni luce dagli ultimi lavori della band di Jesper Stromblad. Altra cosa che sinceramente non ho capito e’ a cosa serva l’ intro, 2 minuti di sintetizzatori ed effettacci vecchi di secoli con una voce praticamente da speaker di discoteca che non introduce un bel niente visto che non lega assolutamente con il primo vero pezzo del cd. In conclusione sono due settimane che non sto ascoltando altro e ancora non mi sono stancato (e ancora mi viene da ridere a vedere la copertina eehehehe) veramente un gran bel cd!! Peccato per la copertina… eheheheh… Lo so saro’ ripetitivo ma guardatela bene e capirete… ihihihih
Dunque se vi piace il Death svedese ma gli In Flames vi hanno stancato beh correte a prendere questo disco!
Se invece cercate qualcosa di nuovo…. beh mi spiace ma sono svedesi… ihihihihih…