6.5
- Band: AUDREY HORNE
- Durata: 00:47:32
- Disponibile dal: 04/02/2013
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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I norvegesi Audrey Horne cambiano etichetta, incidendo il primo disco per la Napalm Records, ma mantenendo intatta la pelle, perfettamente integra sottoforma di un vibrante hard rock che pesca abbondantemente dal passato senza scordare che siamo pur sempre nel 2013. Entrando nei dettagli del quarto capitolo sulla lunga distanza, il quartetto scandinavo, pur optando per una produzione tutto sommato attuale, struttura le proprie canzoni con un riffing equamente diviso tra hard rock ’70 ed ’80 e ben sostenuto da un efficace sezione ritmica che per l’occasione predilige pigiare maggiormente sull’acceleratore. La presenza costante e mai invadente dell’hammond proietta la mente negli anni ’70, mentre le convincenti vocals del singer Torkjell Rød/Toschie tessono linee spesso degne di nota, a dispetto di una timbrica tutt’altro che imprevedibile. Rispetto all’ultima ed estremamente convincente omonima pubblicazione, come anticipato si punta maggiormente sulla velocità e questo aumenta l’impatto iniziale dei brani, togliendo invece qualcosa di troppo sul fronte dell’emotività e della profondità. La ruvidezza dell’esordio “No Hey Banda” per certi versi sembra dunque tornare alla carica, ma in “Youngblood” appare leggermente forzata, dopo la crescita compositiva che ha portato al brillante mix potenza- atmosfere sognati e malinconiche di “Audrey Horne”. Non stiamo certo parlando di un disco da dimenticare, ma semplicemente di un lavoro al di sotto delle aspettative, seppur godibile. All’interno della tracklist figurano episodi pienamente riusciti quali l’ottima titletrack, la più elaborata “The Open Sea” o la dinamitarda opener “Redemption Blues”, in grado di competere con il meglio della produzione Audrey Horne, ma in più di un occasione la ricerca dell’impatto immediato sfocia in banalità, rinviando il definitivo salto di qualità alla prossima pubblicazione.