7.5
- Band: AUGUST BURNS RED
- Durata: 00:50:00
- Disponibile dal: 29/06/2015
- Etichetta:
- Fearless Records
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Settimo album in studio per la band della Pennsylvania, tra le ultime sopravvissute della grande ondata metal-core di circa un decennio fa. “Found in Far Away Places” rappresenta un disco di rottura e ricostruzione per i ragazzi di Manheim, che in questo lotto di canzoni mantengono alcuni tratti sperimentali del precedente “Rescue & Restore” ma, al tempo stesso, riprendono la grinta dei lavori degli esordi. Il risultato finale è molto gradevole: il recente materiale marchiato August Burns Red era sì caratteristico, ma qua e là appariva anche frammentato o semplicemente velleitario, mentre “Found…” riesce a trovare un buon compromesso tra impatto e varietà. L’approccio tecnico del quintetto risplende come al solito, con numerosi cambi di tempo, i tipici breakdown sghembi e le arzigogolate melodie di chitarra a servire da base per ogni traccia dell’opera. Allo stesso modo, si fanno sentire le “spezie” che la band ha introdotto nella sua formula negli ultimi anni, ovvero aperture acustiche, contaminazioni folk e un pizzico di follia prog/avantgarde. Tuttavia, su “Found…” questi ultimi esperimenti vengono tutto sommato gestiti con maggiore gusto ed attenzione rispetto al recente passato: gli arrangiamenti possiedono maggiore slancio e i passaggi dalle mitragliate alle parentesi di stasi appaiono generalmente più fluidi. La pillola country nel mezzo di “Majoring In The Minors” – forzata e pacchiana, inserita senza prestare alcuna cautela nella transizione – è quindi la cosiddetta eccezione che conferma la (nuova) regola. A conti fatti, gli August Burns Red non saranno mai i Between The Buried And Me, ma è altrettanto vero che in questo nuovo album abbiamo a che fare con il loro materiale più scorrevole e interessante degli ultimi anni. È un piacere sentire JB Brubaker e compagni sciorinare mille riff e mescolare partiture sincopate, melodie euforiche e momenti di calma senza perdere – quasi mai – il filo del discorso e concedendo poco o nulla alla banalità. Con gli ultimi dischi i cinque statunitensi avevano fatto dei tentativi, ma si erano solo avvicinati a questo risultato; “Found in Far Away Places””, invece, grazie e pezzi come “Martyr” e “Twenty-One Grams”, è probabilmente il loro miglior lavoro dai tempi di “Messengers”.