7.0
- Band: AUGUST BURNS RED
- Durata: 00:53:41
- Disponibile dal: 06/10/2017
- Etichetta:
- Fearless Records
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Se il detto “squadra che vince non si cambia” ha il suo fondo di verità, gli August Burns Red lo hanno abbracciato diventandone un po’ gli alfieri. I da tempo rinomati pilastri della NWOAHM, hanno ormai raggiunto una carriera ed una continuità artistica davvero senza macchia, con le loro quattordici primavere alle spalle. Ed eccoli di nuovo qui con una nuova opera formalmente perfetta, dove il quintetto della Pennsylvania percorre il solco tracciato nel passato e ormai padroneggiato alla perfezione, riuscendo a destreggiarsi con maestria all’interno di uno dei filoni più popolari e abusati degli ultimi anni, mantenendo sempre una propria integrità e riconoscibilità, rinnovandosi senza mai perdere però la retta via. I ragazzi, dopo gli ultimi sperimentalismi accennati in “Rescue & Restore” e “Found In Far Away Places” tornano alla carica con un disco un po’ più granitico, ma senza dimenticare la notoria attenzione per i riff affilati, melodici ed emozionali che caratterizzano da sempre la loro proposta, costruiti in arrangiamenti curati e fluidi, che riescono sempre nell’intento di catturare e convincere l’ascoltatore. Dopo una prima parte di tracklist di ‘bene, ma non benissimo’, con solo “Hero Of The Half Truth” a farci sobbalzare un pochino, i Nostri danno il meglio di sè sul lato B, con tracce interessantissime quali “Quake”, con i suoi riffoni sfondacervicali, la sognante ma granitica “Cohoordinates”, con il suo bridge quasi fusion, la fucilata in pieno viso di “Generations”, dove la band crea una piccola suite letteralmente presa dal Bignami del metalcore made in USA, e la successive “Float” e “Dangerous” in cui seguono le orme sperimentative tracciate nel recente passato. Un po’ come per l’ultimo disco degli Heaven Shall Burn, questo “Phantom Anthem” poco aggiunge a quanto prodotto dagli statunitensi finora, regalando una solida prestazione senza particolari stravolgimenti di fronte. Il che di per sé, non rappresenta una nota di demerito per gli ABR, dato che ogni uscita dai tempi di “Messenger” a oggi non ha mai deluso le aspettative, nonostante i nostri non abbiano mai raccolto il successo travolgente di tante altre band ‘meteoriche’ della scena. Fatto sta che gli August Burns Red sono ancora qua, in forma come sempre, e sembrano non avere intenzione di muoversi ancora per un bel pezzo.