6.5
- Band: AUREOLE
- Durata: 01:03:32
- Disponibile dal: 09/02/2024
- Etichetta:
- Prophecy Productions
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Il progetto Aureole è uno dei tanti nati dalla mente di M.S. (al secolo Markov Soroka), musicista ucraino che si è reso noto al pubblico con il successo di Tchornobog, grazie anche al lavoro fatto in questi anni dalla professionalissima Prophecy.
Tra l’altro, il progetto Aureole non si faceva sentire dal 2016 – ben otto anni – un lasso di tempo, discograficamente parlando, enorme. E’ altrettanto nota la modalità compositiva di M.S. che si fregia spesso tempi dilatati e il ritorno di Aureole lo conferma.
“Alunarian Bellmaster” riparte più dal debutto “Alunar” che dal seguente “Aurora Borealis”, a partire dall’oscura copertina in bianco e nero.
Per chi non conoscesse la (one-man) band, si tratta di oscuro ed intimista black metal atmosferico arricchito da parti dark ambient e dal suono – molto particolare dobbiamo ammetterlo – di trenta campane campionate e inserite nelle composizioni. L’uso delle campanelle è ovviamente abbinato al concept fantasy/astrale con spiccati elementi mistici di cui, se non andiamo errati, fa parte anche Tchornobog. L’idea è curiosa e i rintocchi distribuiti nei brani di “Alunarian Bellmaster” sono una piacevole sorpresa (in particolare nell’opener “Alunarian Ghosts”).
Il problema di fondo se mai è un altro, ovvero la dilatazione di tempi e composizioni: stiamo parliamo di sessantatré minuti di black metal atmosferico misto ad ambient che strutturalmente è molto, molto semplice e che fa della reiterazione un proprio elemento fondante. In molti casi purtroppo, il rapporto emozione/ripetizione è sbilanciato e, soprattutto nella seconda parte del disco, l’attenzione cala un po’.
Per fare un paragone con un genere affine, se i dischi dei Lustre durassero più di un’ora, probabilmente avremmo lo stesso risultato, ma la band svedese, sapientemente, ha trovato una sua dimensione quasi sempre entro i quaranta minuti. Non ci sentiamo di dire che Aureole dovrebbe fare lo stesso – visto che ogni musicista si esprime in maniera differente – ma è un dato di fatto che dopo ripetuti ascolti ci siamo comunque sempre un po’ persi nei meandri delle composizioni di M.S..
Parlando di riferimenti musicali specifici, Aureole potrebbe interessare i fan di Darkspace o Midnight Odyssey e tutti quelli che abbinano il black metal a profondi viaggi interiori: “Orbiting Among Alunarian Ruins”, con i suoi assoli che omaggiano chiaramente i Pink Floyd, è un bellissimo banco di prova per un ascolto di questo progetto. Siate ben consci però che i dieci minuti in questione sono meno di un sesto dell’opera complessiva, che richiederà quindi una certa immersione (la conclusiva “UGC 2885”, pezzo ambient, arriva quasi a quattordici!).
Notevole invece l’utilizzo della voce da parte di M.S.: è abbastanza comune sentir dire che il cantato nel metal diventa uno strumento vero e proprio, ma in questo caso non sono mere promesse promozionali. Il mix basso e l’evidente mancanza di testi cantati rendono le urla del nostro efficaci e suggestive.
Buon prodotto quindi, ma prendendo in prestito un’espressione del linguaggio colloquiale, “anche un po’ meno, dai“.