AUTHOR & PUNISHER – Beastland

Pubblicato il 02/10/2018 da
voto
7.5
  • Band: AUTHOR & PUNISHER
  • Durata: 00:36:49
  • Disponibile dal: 05/10/2018
  • Etichetta:
  • Relapse Records
  • Distributore: Audioglobe

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La speciale, unica fusione di uomo e macchine perpetrata dall’ingegnere Tristan Shone, figura moderna quasi più accostabile all’ideale dell’inventore ottocentesco che a quella di un ‘normale’ musicista, approda nei nobili reami della Relapse. Osservare che una delle label iconiche in fatto di estremismo musicale, fondamentale nel dare fiato ad alcune delle espressioni più esaltanti di avanguardismo e brutalità in campo metal, prenda sotto la sua ala protettrice questo ragazzo californiano, la dice lunga sull’importanza assunta dal progetto Author & Punisher. Una fama consolidata, ancora più che dai dischi, dai manufatti costruiti personalmente da Shone, che gli permettono di creare mostri sonici non avvalendosi per nulla di strumentazione tradizionale. Ed è proprio l’aura mitologica, leggendaria, assunta dalle performance live, in cui quest’unico uomo, circondato e rivestito di attrezzatura meccanica/robotica in uscita da un film di fantascienza, si cimenta in stritolamenti sonori terrificanti a base di industrial, noise, doom e drone, ad avere mosso principalmente gli interessi verso il progetto. Il suono in sé, se vogliamo, è paradossalmente più inquadrabile e fruibile rispetto a quello che il contorno, il racconto del personaggio e dell’ingegnere Shone, possano far trapelare.
Le reminiscenze di Nine Inch Nails e Godflesh sono lampanti e hanno costituito il principale bacino d’influenze cui attingere, sfrondando man mano le componenti più disturbanti, per consentire all’orecchiabilità di fondo di affiorare e rivestire progressivamente di un suo potere attrattivo le canzoni, invece di intasarle di angoscia e rumori da incubo. L’afflato lugubremente atmosferico, dovuto a una reinterpretazione personale e sinistra di dettami darkwave, post-punk ed elettronica crepuscolare, ha portato quei sentori di umanità che permettono oggi a “Beastland” di essere un oggetto tutto sommato malleabile per il pubblico metal e delle sonorità ‘alternative’ in generale. Le asperità più pronunciate sono state levigate, le scabrosità che dal vivo rendono i concerti di Author & Punisher un’esperienza di lancinante dolore, vengono relativamente ammansite. Certo, per carpire la linea melodica principale, rapportarsi con un pizzico di simbiosi alla sempre più variegata vocalità di Shone – merito dei marchingegni utilizzati per filtrare la voce, ma non solo – bisogna farsi strada fra rantoli elettrici cruenti, rigonfi di increspature, che danno l’impressione di torrenti d’acciaio in perenne cascata sulle nostre teste, o di giganteschi, avveniristici, congegni cibernetici, in laboriosa cooperazione per polverizzare la razza umana.
L’incedere ritmicamente monocorde, sfinente, non prevede grosse divagazioni da linee guida che poco mutano da inizio a fine brano, in questo connotandosi come il difetto principale di “Beastland”. Sul fronte opposto, la compattezza dentro il singolo pezzo e dell’intera tracklist, dove non si rintracciano quelle diluizioni ambient o drone così ben frequentate in passato – pensiamo ai momenti più eterei di “Women & Children” – non va a sfibrare oltremisura l’attenzione dell’uditorio. La ricerca di combinazioni di suono uniche, spesse, densissime, travalica le doti compositive di Shone, come già avevamo rilevato per gli album precedenti; tuttavia, in questo freddo oceano di squassanti rumori alieni, almeno due tracce rimangono impresse nella memoria.
La prima è “The Speaker Is Systematically Blown”, dove Shone osa un effettato pulito e il martellamento ritmico viene mitigato da un ondeggiare di synth che sembra richiamare taluni suoni elettro-pop, debitamente mutilati e imbruttiti per creare insostenibile disagio; la seconda, cavallo di Troia di massima per avvicinare al mondo-Author & Punisher, è “Night Terror”. Una specie di sirena distorta chiama a raccolta su un ipotetico dancefloor, prima che la voce di Shone, impostata in un inquietante pulito, ci strisci addosso e poi vada a nascondersi dietro un rimbombare scorticante, rasoiate noise ultra-heavy che a tali basse velocità paiono delle colate di fango digitale. Le clean vocals tendono a riemergere, in stridente contrasto alle catastrofi  prodotte dalle nuove attrezzature costruite proprio per questo disco. Tristan ha infatti aggiunto ulteriori elementi al suo già vasto arsenale, pronto a dispiegarlo con fredda perizia da killer professionista nei prossimi tour. Pur dandoci la sensazione che l’agglomerato industrial-doom dinanzi a noi possa essere ulteriormente perfezionato, questa ulteriore evoluzione del progetto ci lascia soddisfatti: nonostante le sue imperfezioni, ciò che è assemblato qui dentro è cosa rara e pregiata, manifesto di un genio che non ha ancora finito di estrarre idee dalla sua vulcanica mente.

TRACKLIST

  1. Pharmacide
  2. Nihil Strength
  3. Ode to Bedlam
  4. The Speaker is Systematically Blown
  5. Nazarene
  6. Apparition
  7. Night Terror
  8. Beastland
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