7.5
- Band: AUTOPSY
- Durata: 00:41:26
- Disponibile dal: 30/09/2022
- Etichetta:
- Peaceville
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Qual è il segreto del puro death metal? Bisognerebbe chiederlo a Chris Reifert ed Eric Cutler, due che di sicuro lo conoscono. Ma difficilmente potranno insegnarlo, poiché la capacità di saper scrivere buone canzoni con pochissimi ingredienti è spesso imponderabile. Davanti a questo nuovo “Morbidity Triumphant”, ennesimo full-length di una carriera che non accenna a perdere di smalto, resta il fatto che gli Autopsy sappiano come mettere insieme un disco degno di questo nome, anche a trentacinque anni dalla loro fondazione. A differenza di numerosi coetanei, i californiani si sono mantenuti su livelli più che decorosi anche nel corso degli anni Duemila e la nuova prova in studio per fortuna non tradisce le aspettative, rivelandosi nel complesso curata, coerente e anche genuinamente esaltante, perlomeno all’altezza di una manciata di episodi. Si può dunque affermare che il tratto distintivo della valorosa band statunitense brilli anche in questa nuova opera, come al solito ebbra di venature doom, di rimandi ad atmosfere grottesche e pregna di esalazioni sulfuree. Con “Morbidity Triumphant”, la coerenza contenutistica e ideologica, nel senso più alto, del gruppo si materializza con estrema spontaneità, innervandosi su un tessuto sonoro ruvido e robusto, puntualmente screziato di molteplici linee melodiche e cambi di registro che talvolta sembrano quasi dei volgari spasmi, delle convulsioni che conducono ad accelerazioni o rallentamenti paludosi che nel giro di pochi secondi si rivelano in grado di cambiare completamente volto al brano. Ovviamente non si rintracciano novità stilistiche, ma sarebbe folle aspettarsi evoluzioni da parte di una realtà come gli Autopsy: come accennato, ciò che fa la differenza in questo caso è la praticità e il valore del songwriting espresso dal quartetto, con un riffing di chitarra che risulta ancora vitale e con il growling di Reifert che assurge a livelli di declamazione sanguinosa e dolente, incidendosi direttamente sulla carne viva. “Stab The Brain” / “Final Frost” è un’ottima doppietta di apertura, ma si toccano livelli eccellenti anche con “Tapestry Of Scars”, traccia centrale che fonde tutti gli elementi chiave del sound Autopsy, tra atmosfere mortifere e uptempo che sanno tramutarsi in straziate cavalcate nei territori del death metal più randagio, acido e dissacrante.
In generale, non si scende mai sotto la sufficienza, non vi sono cadute di tono particolarmente vistose e, anzi, ad ogni ascolto appare sempre più evidente come l’ispirazione degli statunitensi fluisca con naturalezza, lanciandosi in incursioni di plumbea e dolorosa suggestione che non risultano mai posticce. Sarebbe bello ritrovarsi con lavori così genuini e frizzanti anche quando alle prese con veterani come Deicide, Obituary o Master, ma evidentemente Reifert e compagni al momento giocano un altro campionato – anche se appare comunque scontato che, a prescindere dalla qualità media di questo lotto di nuovi brani, la maggior parte dei fan opteranno sempre e comunque per capisaldi come “Severed Survival” e “Mental Funeral” per placare la propria sete di Autopsy. “Morbidity Triumphant”, in ogni caso, è ciò che definiremmo un felice ritorno, un album di grande autenticità, colmo di coerenza artistica e, soprattutto, di musica vera.