7.0
- Band: AUTOPSY
- Durata: 00:23:55
- Disponibile dal: 15/12/2017
- Etichetta:
- Peaceville
- Distributore: Audioglobe
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Sono già trascorsi tre anni dall’uscita del fortunato “Tourniquets, Hacksaws and Graves”, ma gli Autopsy, per festeggiare il trentesimo anniversario della loro fondazione, optano per la pubblicazione di un EP, anziché per quella dell’atteso nuovo full-length. Si tratta del secondo mini consecutivo per il gruppo californiano (ricordiamo “Skull Grinder” del 2015), che dalla reunion del 2009 ha mantenuto una costanza non da poco nelle pubblicazioni, preferendo invece un approccio più schivo e mirato per quanto riguarda le esibizioni live. “Puncturing the Grotesque” ci presenta una manciata di brani all’insegna di un sound inequivocabilmente Autopsy. Si tratta probabilmente di un misto di piena consapevolezza dei propri mezzi e di totale menefreghismo, ma, come i Darkthrone, Chris Reifert e compagni sono una delle poche band oggi in grado di risultare credibile e avvincente anche quando intenta a rubare a piene mani dal repertorio di Motörhead e Black Sabbath. La title track, pur travestendosi da pezzo death metal, gioca parecchio con stilemi rock’n’roll cari al compianto Lemmy, mentre un episodio come “Gas Mask Lust” deve più di qualcosa al vecchio Iommi nei suoi pastosi midtempo. Gli Autopsy omaggiano i grandi con quel piglio autoritario che solo gente come loro può permettersi di ostentare: leggende che tributano i giusti onori ad altre leggende, senza guardarsi indietro e senza preoccuparsi di risultare grezzi o datati. Gli Autopsy continuano nella loro opera di devastazione anche con questa ennesima prova sulla breve distanza, mettendo in linea tracce solide e arrembanti con la massima nonchalance. Reifert, ancora integro nonostante l’età ormai discretamente avanzata, sembra sempre che stia vomitando sangue quando urla nel microfono, mentre il resto del gruppo lo segue con innato affiatamento. Pregevole come sempre la produzione, ancora una volta assolutamente organica e potente, mentre la palma di brano principe del lotto va a “Gorecrow”, dove tese partiture death metal riescono a sposarsi egregiamente con una serie di avvincenti assoli di chitarra. Poco altro da aggiungere: gli Autopsy, come al solito, si guardano bene dal prendersi troppo sul serio, eppure, al tempo stesso, riescono a convincere con materiale puntualmente degno di nota. A differenza di altre realtà loro coetanee, i californiani hanno sempre evitato di spremersi in tour e cicli promozionali estenuanti, facendosi i fatti loro anche a fronte di continue richieste per nuovi concerti. Tutte queste energie risparmiate evidentemente vengono riversate nel confezionamento di nuove canzoni e i fan, più o meno regolarmente, possono poi godere dei frutti di tale approccio. “Puncturing…” non rappresenterà magari un capitolo fondamentale nella discografia del quartetto, ma chi necessitava di una conferma della attuale rilevanza degli Autopsy verrà certamente accontentato.