7.0
- Band: AUTOPSY
- Durata: 00:28:28
- Disponibile dal: 27/11/2015
- Etichetta:
- Peaceville
- Distributore: Audioglobe
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La politica di mantenere il gruppo un semplice hobby e di tenere solo pochi selezionati concerti sta indubbiamente pagando per gli Autopsy, almeno sotto il profilo della qualità del loro recente materiale. I californiani non si stanno spremendo in tour come tante altre band, sul fronte pubblicazioni il loro ruolino di marcia è stato invidiabile negli ultimi anni, ma ciò è ovviamente dovuto in primis al fatto che la formazione non ha speso energie altrove. Ci piace immaginare Chris Reifert e soci ritrovarsi una volta a settimana per suonare e comporre con calma, con le idee ben chiare sul proprio stile, senza limiti di tempo e senza la pressione di dovere soddisfare richieste da parte di etichetta o manager. Peccato che questo approccio non sia venuto in mente anche ai Dismember! In ogni caso, la suddetta intesa e una ormai assodata consapevolezza delle proprie possibilità si percepiscono chiaramente durante l’ascolto di “Skull Grinder”, EP che rompe il “silenzio” dopo l’uscita dell’ottimo “Tourniquets, Hacksaws and Graves” lo scorso anno. Gli Autopsy ci offrono sette nuovi pezzi che ancora una volta potrebbero dipingere uno zombie in via di putrefazione che barcolla e si trascina verso una potenziale preda, oscillando da una lato all’altro di un marciapiede, ossessionato da un incessante pensiero di sangue e carne fresca. Il death metal grottesco e claudicante del gruppo trova nuovamente una notevole espressione in questo lotto di brani, che sembra essere stato studiato appositamente per riassumere i migliori marchi di fabbrica della formazione. Tra gli episodi più riusciti, segnaliamo “Strung Up And Gutted”: un opener semplice e diretta, ma subito incisiva come tanti episodi dell’ultimo full-length; “Waiting for the Screams” è invece un concentrato di grandi riff basato su una spassosa alternanza di up e midtempo, con quell’incedere sghembo che solo gli Autopsy sanno originare. “Return To Dead”, infine, è una chiosa melodica e sibillina, nella quale tutto quell’immaginario horror da sempre caro agli statunitensi viene perfettamente rievocato. Detto di una produzione azzeccatissima per il genere e di una prova vocale di Reifert clamorosa per indecenza e volgarità, non si può davvero fare altro che invitare i fan degli Autopsy a dare un ascolto a questa mezzora di nuova musica: “Skull Grinder” è un’aggiunta più che degna nella discografia dei quattro macellai di Oakland.