7.5
- Band: AUTOPSY
- Durata: 00:20:01
- Disponibile dal: 21/09/2010
- Etichetta:
- Peaceville
- Distributore: Halidon
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Ci siamo! Dopo aver assaporato le due nuove, splendide tracce sulla reissue di "Severed Survival" e dopo che un manipolo di death metaller ha avuto l’opportunità di vederli live al Maryland Deathfest, finalmente i leggendari Autopsy tornano in pista, anche se solamente con un EP. "The Tomb Within", infatti, rappresenta la prima uscita ufficiale dal 1995 per la band di Chris Reifert e soci: risale a quel periodo infatti il quarto full length dei nostri, quello "Shitfun" che, ad onor del vero, era di qualità decisamente inferiore rispetto a quanto fatto in precedenza. Messi in un cassetto gli Abscess, i nostri si ripresentano quasi in formazione originale, ovverosia con Eric Cutler alla voce e alla chitarra, Danny Coralles all’altra chitarra, Reifert dietro le pelli e Joe Trevisano al basso, quest’ultimo già facente parte degli stessi Abscess. Inutile dire che il risultato finale di questa alchimia è del death metal primordiale e volgare, sgraziato e purulento, thrasheggiante e doomy allo stesso tempo, semplice ma efficacissimo, in due parole fottutamente old school. Questo volevamo dagli Autopsy e questo ci hanno dato. Alla fine quindi conta poco che i nostri partano all’assalto indiscriminato come nella title track o sprofondino negli abissi doom di "Mutant Village": l’efficacia e la freschezza del songwriting sono immutati rispetto ai primi tre imprescindibili album. Siamo pronti a chiudere un occhio anche su "My Corpse Shall Rise" che pare uscita direttamente dal songbook ottantiano degli Slayer, se successivamente la band ci regala una "Seven Skulls" che è forse il brano migliore del lotto, grazie a ritmiche in up tempo che vengono deturpate da quei rallentamenti che hanno reso mitici "Severed Survival" e "Mental Funeral" ed hanno influenzato generazioni di death metal band e non solo. Nella sostanza l’EP è mediamente ben riuscito e ci restituisce una band bel oliata e conscia delle proprie capacità. Gli Autopsy se ne fregano delle innovazioni, vanno avanti per la loro strada, sia per ciò che concerne le composizioni vere e proprie sia per l’utilizzo di un sound che è tutto fuorché perfetto e misurato! Lasciamo quindi che il death e la musica evolvano nelle più svariate direzioni, come è giusto che sia: l’essenza del death più puro, incontaminato e primigenio però rimarrà per sempre patrimonio di un manipolo di band delle quali gli Autopsy sono tornati ad essere i fieri capofila!