7.0
- Band: AVTOTHEISM
- Durata: 00:17:06
- Disponibile dal: 22/05/2018
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Gli Avtotheism ritornano con un ambizioso lavoro costituito da una singola composizione di poco più di un quarto d’ora. Dopo esordi indirizzati su un death metal moderno che non nascondeva affatto una chiara indole atmosferica, il combo lombardo con questo “CLSTVM: Dogma Sculptured in the Flesh” prova definitivamente a seguire le orme di Gorguts e Ulcerate, adottando in maniera costante un guitar-work sghembo e ricco di dissonanze e optando per una vocalità meno gutturale. Già da questi fattori si può intuire facilmente dove la formazione vada a parare: riff sbilenchi, una sezione ritmica ipnotica e una quantità ingente di pause sinistre per delle partiture dilatate e dall’approccio quasi free-form, accostabili spesso e volentieri a quanto udibile su opere come “Pleiades’ Dust” o “The Destroyers of All”. Un sound pesante e catatonico, che in alcune aperture arriva anche ad introdurre un’effettistica cosmica che potrebbe forse diventare un tratto distintivo della band. Fra attacchi serrati e rallentamenti enigmatici, in un attento gioco di compressione e dilatazione, la traccia denota uno sviluppo piuttosto dinamico e coerente che tiene a debita distanza la noia. Certo, il gruppo, come i connazionali Ad Nauseam, si rivolge e trae ispirazione da un filone ben definito e che chiama in causa sempre gli stessi paragoni, ma nel complesso ne sa rielaborare i punti di forza (groove ipnotico, percussioni martellanti, attitudine free) senza mai risultare una vera copia carbone dei leader; potrebbe forse starci una concessione maggiore alla melodia, giusto per rendere i contrasti più lampanti, tuttavia quanto ascoltabile su “CLSTVM…” resta di buon livello. Ci auguriamo che la volontà di incrociare destini musicali affini porti presto alla creazione di qualcosa di nuovo in questo particolare panorama death metal. Gli Avtotheism sembrano sulla buona strada.