7.0
- Band: AUTUMNBLAZE
- Durata: 00:52:44
- Disponibile dal: 26/07/2013
- Etichetta:
- Pulverised Records
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Sesto album per gli Autumnblaze, ora accasatisi presso l’intraprendente Pulverised Records, del cui roster sono probabilmente il gruppo più melodico. Il come-back album del 2009, “Perdition Diaries”, non era giustamente passato inosservato, visto che aveva segnato un inaspettato ritorno ad atmosfere dark al limite dell’angoscioso e un recupero della vecchia irruenza metal, tra doom e black. Con questo nuovo “Every Sun Is Fragile” i tedeschi tuttavia dimostrano un po’ di coraggio, scegliendo di non ripercorrere pedissequamente la strada del loro ultimo parto e di cercare vie almeno parzialmente diverse. Il bel titolo del disco e la copertina solare – in tutti i sensi – danno in effetti subito un’idea di dove la band voglia andare a parare. Adesso le atmosfere si fanno più rarefatte, i toni più calmi, il suono più disteso; è la malinconia il sentimento che domina nel disco, fra nostalgia e reminiscenze di un passato lontano e misterioso. La nuova musica del trio si svela come un riuscito incontro fra le sonorità “sad rock” dell’indimenticato “Words Are Not What They Seem” (coloro che non sono familiari con la discografia del gruppo possono scomodare i recenti Anathema) e qualche rinnovato strascico black metal, rintracciabile soprattutto in alcune parti di cantato aspro e in un paio di accelerazioni. Una musica capace di creare atmosfere sognanti, sospese in uno spazio atemporale, su cui la voce setosa, lirica di Markus Baltes dona continue pennellate chiaroscure e calde. Nei dieci brani che compongono il disco si passa dalle sonorità ipnotiche di “New Ghosts In Town” alla delicatissima “A Place For Paper Diamonds”, dalle più catchy e immediate “Im Spiegel” e “Mein Engel, Der Aus Augen Fließt” – in vero un po’ troppo frivole a tratti – alla magnifica “Cold Soul”, ispirata e martellante, giocata sul contrasto fra il ritmo deciso delle trame musicali e la passionalità del cantato. Se ad un primo ascolto “Every Sun…” ci aveva lasciati piuttosto tiepidi e con qualche perplessità, il lavoro è cresciuto ascolto dopo ascolto, rivelando alcuni gustosi dettagli. Gli Autumnblaze continuano a cambiare, ma mantengono sempre punti di contatto con varie epoche della loro carriera, denotando buon gusto e coerenza. Chi li ha sempre seguiti troverà qui almeno uno spunto di proprio gradimento, mentre i neofiti, magari fan di Anathema e Alcest, potranno finalmente scoprire una valida realtà della scena europea sin qui passata un po’ inosservata.