5.5
- Band: AUTUMN'S DAWN
- Durata: 00:42:57
- Disponibile dal: 28/03/2025
- Etichetta:
- Avantgarde Music
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Il progetto australiano Autumn’s Dawn – formato da Tim Yatras (Austere, Germ) e Matthew Bell (Tjaktjadálvve, Skuggor) – ritorna dopo cinque anni con “We Lost Our Hope Along the Way”, un album che prosegue lungo il percorso tracciato dai due lavori precedenti e che sembra porsi in un ipotetico incrocio tra i due suddetti capitoli, mescolando la compattezza e le pronunciate velleità depressive / alternative rock del debut album con la maggior posatezza e la flemma di estrazione atmospheric black metal del secondo, per un disco che alterna vivacità e riflessione, voci pulite anche molto squillanti e screaming, strutture agili e compatte e derive più tetre ed ambient.
Di nuovo, i punti di riferimento possono essere trovati in gruppi come i vecchi Lantlôs, Lifelover ed Heretoir, a cui si possono aggiungere gli stessi Austere e i connazionali Woods Of Desolation, senza contare che qualche incipit chitarristico sembra arrivare direttamente da un album come “Last Fair Deal Gone Down” dei Katatonia, prima che la proposta prenda poi una piega più black metal.
Uno degli aspetti più problematici di “We Lost Our Hope Along the Way” – così come era stato per varie porzioni delle opere precedenti – è la sua natura frammentaria: anche in questa circostanza, la band sembra sospesa tra più direzioni, poco lucida nel legare con coerenza le proprie influenze. Se le parti più rock risultano talvolta troppo leggere e scollegate dal contesto più oscuro e drammatico, anche il lato black metal fatica a emergere con una personalità ben definita. È un problema che si riscontra anche in gruppi come gli stessi Heretoir o – volendo citare un nome più di nicchia per questa corrente musicale – i Paragon Of Beauty, e che qui si manifesta sotto forma di una certa discontinuità nel flusso narrativo dell’opera.
A livello produttivo, il disco è solido e ben curato, ma la scrittura non si dimostra appunto sempre all’altezza delle ambizioni della band. Le chitarre costruiscono tessiture stratificate e suggestive, tuttavia il songwriting non riesce a sostenere fino in fondo l’intensità emotiva suggerita dalle premesse. Anche la performance vocale di Sorrow, pur nel suo muoversi di continuo tra registri differenti, non sempre riesce a dare profondità ai brani più strutturati, rivelandosi anche prima di carattere quando tocca al pulito trainare il brano.
In definitiva, “We Lost Our Hope Along the Way” non è un album che si lascia afferrare facilmente: vive di frammenti, di suggestioni che emergono e si dissolvono, reggendosi su sprazzi di ispirazione senza riuscire a imporsi con continuità. Rimane un lavoro che potrebbe forse affascinare i nostalgici di certe sonorità dark metal dei primi anni Duemila, ma che al tempo stesso evidenzia limiti nella coesione e nell’efficacia compositiva. Il duo conferma insomma la propria inclinazione verso un suono malinconico e stratificato, ma rimane ancorato a una formula che, anziché evolversi, sembra ripetersi con qualche incertezza di troppo.