8.0
- Band: AVATAR
- Durata: 01:03:26
- Disponibile dal: 05/13/2016
- Etichetta:
- Another Century Records
- Distributore: Universal
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Sono passati circa una decina di anni da quando una giovanissima band di Gothenburg fece il suo esordio sul mercato discografico con un paio di dischi – l’ancora acerbo “Thoughts Of No Tomorrow” e il più divertente “Schlacht” -, capaci sì di raggiungere le chart svedesi, ma destinati a perdersi nel mare magnum della scena melo-death. Piuttosto che restare confinati nei patri confini o sciogliersi nel giro di qualche anno, destino comune a molti enfant prodige del Gothenburg sound, gli Avatar decidono di dare una svolta al proprio approccio alla musica, iniziando così un percorso di crescita che, tra l’album omonimo nel 2009 e il successivo “Black Waltz” nel 2012, li porterà verso uno stile più ‘teatrale’, da un punto di vista scenografico ma non solo. Complice un’intensa attività live – dagli esordi con Impaled Nazarene e Obituary ai più recenti tour mainstream con A7X e 5FDP, passando nel periodo di mezzo dai Dark Tranquillity agli Hardcore Superstar -, la formazione svedese ha saputo conquistare una certa visibilità anche fuori dai confini nazionali, incorporando al suo interno diverse sfaccettature metalliche e non. A due anni di distanza da “Hail the Apocalypse”, i clown nordici alzano nuovamente l’asticella con questo “Feathers & Flesh”, ambizioso concept album incentrato sulla storia di un gufo che vuole oscurare il sole, sulla falsariga delle favole metaforiche di La Fontaine. Detto dell’importanza che riveste l’aspetto lirico – come testimoniato dalla special edition con annesso libretto di 60 pagine ad accompagnare il CD -, anche dal punto di vistra prettamente musicale Johannes Eckerström e soci hanno fatto le cose in grande, lavorando in tre studioso diversi con la nota producer Sylvia Massy – già in cabina di regia con Tool e System Of A Down, oltre che con i nostrani 81db -, e dando vita a quella che potremmo definire come una moderna rock-metal opera. Pur senza la lista di ospiti degli Avantasia, l’onanismo pleonastico dei Dream Theater o il clamore mediatico degli Avenged Sevenfold, gli omonimi del film campione d’incassi di James Cameron spaziano tra i generi mantenendo sempre la barra a dritta. Dall’uptempo in apertura di “House Of Eternal Hunt” (che non avrebbe sfigurato su un disco degli Ensiferum) alla commovente marcetta finale di “Sky Burial”, nell’arco di un giro della lancetta corta assistiamo dunque ad uno spettacolo circense in cui trovano posto acrobazie melo-death (“The Eagle Has Landed”, “Tooth Beak & Claw”), dimostrazioni di forza bruta (“For The Swarm”), mimi carichi di pathos (“Fiddler’s Farewell”), giocolieri di scuola danese (“Night Ever Ending”), funamboli con clavette prog-funk-djent (“Pray The Sun Away”) e incantatori di serpenti pentagrammati (“Raven Wine”), il tutto tenuto insieme da quello che potremmo definire il ‘trademark Avatar’. Considerandolo come il terzo della loro seconda vita musicale, possiamo definire “Feathers & Flesh” il vero disco della maturità, consigliandone vivamente l’ascolto a tutti gli amanti dell’eclettismo sonoro in salsa mainstream.