6.5
- Band: AVELION
- Durata: 00:12:33
- Disponibile dal: 21/10/2013
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Non sono proprio alle prime armi i milanesi Avelion, ci teniamo a dirvelo. Nati nel 2008 e autori dopo tre anni di un primo EP dal titolo “Cold Embrace”, hanno guadagnato un relativo successo in tempi molto brevi grazie all’attività live, arrivando a supportare i Seventh Wonder di Tommy Karevic sui palchi italiani assieme ad altri act tricolori sulla cresta dell’onda come From The Depth e Raising Fear. Autori ai tempi, come le altre band citate, di un power metal dalle tinte già abbastanza progressive, gli Avelion abbandonano però presto il genere, rivoluzionando nel 2013 la propria line up e cambiando quasi tutti i propri membri. Sfruttando le caratteristiche e il background musicale dei nuovi arrivati, gli adesso cinque milanesi compongono in fretta questo “Liquid Breathing”, EP composto da tre brani in uno stile che non ci aspettavamo. Quanto esce dalle casse è di fatto un ibrido moderno che parte dalle radici progressive già presenti nel loro sound, ma che qui propende decisamente verso sfumature metalcore e, a tratti, anche djent. A stupirci, positivamente, in questo caso è però l’ascoltabilità: “Liquid Breathing” è costituito infatti da tre canzoni corte, tutte caratterizzate da buone melodie portanti e arricchite da più di una strizzata d’occhio a sonorità radiofoniche e commerciali, che le rendono in grado di colpire favorevolmente anche solo dopo pochi ascolti. La voce di William Verderi si rivela una buona arma in tal senso, confermandosi sufficientemente personale da non permetterci di citare subito chiare fonti di ispirazione, ma risultando anche abbastanza varia nella timbrica e così adatta ai toni ‘catchy’ dei vari ritornelli. Base portante del suono sono sicuramente le tastiere, opera di Oreste Giacomini, le quali creano una base modernista ed elettronica ben definita, sulla quale le chitarre di Soldi si appoggiano salde con ritmiche stoppate e cariche di groove. Il sound è buono, il tentativo di avvicinarsi al sound dei Periphery o delle varie band del ramo metalcore è riuscito senza risultare troppo forzato: pur partendo infatti da coordinate estremamente diverse, l’attuale formula sonora sembra calzare alla band sufficientemente bene. L’ascolto protratto su questi tre pezzi scorre e ci convince, ma ci chiediamo come le cose funzioneranno una volta allargato l’orizzonte ad un full-length… le coordinate dei brani qui presenti sono piuttosto simili in verità, e siamo quindi curiosi di vedere cosa questi cinque milanesi escogiteranno per fugare un possibile ‘effetto noia’, evitando così di diventare una delle tante band meteora all’inutile inseguimento di un sound moderno e al passo con i tempi. Per ora gli Avelion sono interessanti: scoprire come evolveranno può essere, musicalmente parlando, sicuramente una bella esperienza.