
8.5
- Band: AVENGED SEVENFOLD
- Durata: 01.13.35
- Disponibile dal: 28/10/2016
- Etichetta:
- Capitol Records
- Distributore: Universal
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Questa volta gli Avenged Sevenfold hanno lasciato il mondo a bocca aperta: la pubblicazione a sorpresa di “The Stage”, disponibile in formato fisico e digitale dal giorno dell’annuncio, è una mossa incredibile che non ha precedenti in ambito heavy ed un’enorme dimostrazione di fiducia da parte della nuova etichetta Capitol Records. Il Deathbat proiettato sugli edifici delle metropoli di tutto il mondo, l’evento in diretta con effetti speciali e il depistaggio dell’amico Chris Jericho erano solo i preamboli, nulla ci aveva preparato a questo. Lancio spettacolare a parte, è bello constatare come il nuovo capitolo discografico della band di Huntington Beach, anche dal punto di vista strettamente musicale, sia parimenti memorabile. La title track di otto minuti, singolo atipico ed azzardato, rispecchia la gigantesca ambizione di una formazione in possesso della facoltà di realizzare qualsiasi cosa abbia in mente, nel momento e nel modo che più le aggrada. Ecco dunque il minutaggio più elevato di sempre per un concept sull’intelligenza artificiale e il futuro dell’uomo, costruzioni sofisticate, passaggi strumentali estesi e un viaggio mai così dinamico tra i generi che influenzano da sempre la band, con esaltanti passaggi nel thrash (i pattern della batteria, la struttura di alcuni riff e di alcuni passaggi vocali), nel prog (“Exist”) e nel metalcore (“Paradigm”, “Creating God”). Chi ama i pezzi più cadenzati ha comunque pane per i suoi denti: “Angels”, “Roman Sky” e la più leggera “Simulation” restano parimenti elaborate, epiche e soddisfacenti. Tutti coloro che sentenziano ‘gli Avenged fanno cover’ sono smentiti coi fatti: dopo l’hard rock da stadio di “HTTK” ‘The Stage” è squisitamente ed inconfutabilmente metal, dall’inizio alla fine, senza riferimenti troppo espliciti. Oltre ai connotati aggressivi dei brani contribuisce a questo feeling anche l’asciutta e cruda produzione di Joe Barresi che, supportata dall’eccelso mixing di Andy Wallace, elimina autotune ed invasivi effetti da studio, abitudine ormai anche per i più grandi, per catturare un suono ‘live’ poco ‘loud’ e mai così realistico. Una delle caratteristiche migliori della raccolta in ogni caso è che, oltre ad essere epica, avventurosa, divertente e musicale, è allo stesso tempo spiazzante, soprattutto per la maturità artistica dimostrata anche sacrificando parte dell’immediatezza di sempre per un’esperienza da gustare nel lungo periodo. Se il nuovo arrivo Brooks Wackerman sembra suonare da sempre col gruppo ed M. Shadows spinge al limite le proprie corde vocali, Synister Gates è autore di una prova semplicemente monumentale, che merita il titolo di MVP e certifica il musicista come applauditissimo Guitar Hero. “The Stage” soddisfa la fan base del gruppo, supera i livelli di standard della stessa band e spedisce gli Avenged Sevenfold nello spazio, a sondare brillantemente territori inesplorati. Il segreto più bello del 2016.