8.0
- Band: AVVOCATI DEL DIAVOLO
- Durata: 00:55:58
- Disponibile dal: 22/04/2014
- Etichetta:
- Valery Records
- Distributore: Frontiers
Spotify:
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Gli Avvocati Del Diavolo iniziano a compiere i primi timidi passi nel 2007, registrando un demo di cinque tracce che prelude di un paio d’anni alla pubblicazione del valido esordio “NeoEvo”. Più semplicemente denominato (e riconosciuto dal pubblico) con l’acrònimo ADD, il power trio ligure intraprende una serie di concerti prima di rimettersi al lavoro in studio, per dar vita all’atteso sequel intitolato “A Dear Diary”. La band nostrana è artefice di un’intrigante ricetta che sintetizza il groove possente dei Black Sabbath con le caleidoscopiche sfumature psichedeliche inchiostrate sul pentagramma dai Queens Of The Stone Age. Il tutto viene infine amalgamato da una spiccata e gradita dose di personalità palesata in fase di scrittura, che emerge con fierezza da quest’opera. Il suddetto lavoro è stato registrato con l’esperto produttore Alessandro Paolucci (Prozac +, Baustelle), poi missato e rifinito nei Damage Inc. Studio di Dario Mollo. Quest’ultimo oltre ad aver suonato la chitarra nei talentuosi ma sfortunati Crossbones alla fine degli anni Ottanta, vanta un paio di prestigiose collaborazioni con Glenn Hughes e Tony Martin con i rispettivi moniker Voodoo Hill e The Cage. I dodici episodi contenuti in “A Dear Diary” sono legati da un filo conduttore che ci mostra un gruppo ambizioso e maturo, costantemente impegnato a ricamare cangianti arazzi, eleganti e mai banali. Le linee vocali sono vergate da una marcata sensibilità melodica, pur mantenendo nel suo insieme un’ austera autorevolezza espressiva. Nonostante il nostro viaggio lambisca la soglia dei sessanta minuti di durata, durante il lungo tragitto non incontriamo pericolosi ostacoli o particolari cadute di stile che potrebbero vanificare gli sforzi non indifferenti profusi dai Nostri. Chiunque sia quotidianamente impegnato nella costante ricerca del chorus da una botta e via qui non troverà pane per i propri denti, anzi rischierà di venir tramortito da un arcobaleno sonoro abbagliante, a tratti imperfetto ma meritevole al tempo stesso di ridurre in cenere il significato di lise etichettature come ‘alternative’, ‘stoner’ e ‘psych’. Un bell’affronto.