7.0
- Band: AXEGRESSOR
- Durata: 00:36:17
- Disponibile dal: 24/06/2014
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Album come questo “Last” dei finlandesi Axegressor si recensiscono praticamente da soli. Basterebbero dieci righe, forse anche meno, per bollare questa mezz’ora o poco più come una sorta di album tributo alle band di thrash metal old-school. Echi dei primi Destruction, epoca “Infernal Overkill”, riecheggiano lungo la tracklist che abbonda dei soliti cliché in termini di titoli e testi. I suoni poi, ovviamente sono retro (chitarra a mo’ di motosega, oh yeah) perché altrimenti come rendere quel feeling di un tempo che puntualmente ci viene riproposto da gruppi come gli Axegressor? E quindi potremmo fermarci qui, ma dobbiamo pur arrivare ad una lunghezza decente per la recensione, sebbene l’ascolto in prova di uno qualsiasi dei brani della scaletta non potrà che confermare che l’esiguità della critica è più che motivata – oltre che esauriente. L’album, se non si fosse capito, è molto convincente. È una più che valida rappresentazione attualizzata della storia del thrash metal di matrice europea, con quelle caratteristiche ritmiche molto poderose, perlopiù tirate, ma che non disdegnano puntate nel ritmo sostenuto e perpetrato a lungo prima delle classiche accelerazioni col ritmo percussivo. Alcuni esempi fra i più convincenti della setlist: l’ottima “Mind Castration”, brano fra i più lunghi che propone tutta la varietà ritmica di cui sono capaci gli Axegressor. È il più “americano” dei pezzi presenti, vista la componente groove del riffing perfettamente miscelata alle accelerazioni che puntuali arrivano a movimentare l’ascolto. Prima di ciò come non segnalare l’opener “Freedom Illusion”, altro fulgido esempio di thrash d’impatto monocorde dopo un minuto e mezzo di riffing lento, appositamente piazzato in apertura per creare l’hype. Piace anche “Merciless Reality Check”, composizione più ragionata ma sempre carica di aggressività, come a ribadire che la velocità non è tutto in questo genere musicale. E poi la granitica “Command To Last”, un nome un programma, un concentrato di adrenalina tutta percussioni e urla al microfono. Ma anche le altre non sono da meno a impatto e coinvolgimento. Ma come già scritto, non volendo allungare la recensione, possiamo consigliare il disco a tutti gli amanti della musica che si “veste” con i gilet di jeans con le toppe, con la cinta di proiettili, sneaker e l’attitudine di un tempo. Gli Axegressor non hanno inventato niente ma hanno fatto bene il loro compitino, ancora una volta.