5.0
- Band: AXEL RUDI PELL
- Durata: 01:15:05
- Disponibile dal: 23/09/2011
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Come da tradizione Axel Rudi Pell e la sua band sfornano la quarta raccolta di ballate della loro carriera, sette anni dopo il terzo capitolo realizzato nel 2004. Niente di nuovo quindi per il biondo chitarrista, vera e propria icona dell’hard’n’heavy, che propone tredici canzoni di cui tre inediti posti in apertura. Se già molti fanno fatica a digerire i lenti, non sarà certa questa raccolta a far cambiar loro i propri gusti, davvero soporifera sia per la natura del prodotto che per la qualità non eccelsa delle ballate ivi contenute. Fatta questa doverosa premessa, passiamo ad analizzare il nuovo materiale (un pezzo originale e due cover) in quanto gli altri pezzi li dovreste già conoscere. “Where The Wild Waters Flow” è in linea con la classica produzione di Pell in questo genere di canzoni, risultando non molto ispirata e salvata solo da un immenso Gioeli; “Holy Diver” è invece la cover in versione ballad del classico del compianto Ronnie James Dio e qui sfioriamo il patetico: la trasformazione in lento di questa canzone meravigliosa e potente appare invero troppo forzata, risultando del tutto defraudata del suo spirito primigenio con una band incapace di donare un’anima adeguata al nuovo corpo. Le cose vanno meglio con “Hallelujah” di Leonard Cohen, qui rivisitata prendendo spunto dalla versione di Jeff Buckley presente nell’album “Grace”. Questa volta Pell e compagni riescono ad emozionare grazie ad un Gioeli stratosferico e ad un coro di voci bianche da brivido. Un inedito appena sufficiente ed una cover ben riuscita non bastano da soli a giustificare l’acquisto di una raccolta di canzoni mediamente noiose. Non ce ne voglia il buon Axel Rudi Pell, ma non sono questi i dischi che i fan si aspettano da lui.