voto
7.5
7.5
- Band: AXXIS
- Durata: 00:46:10
- Disponibile dal: 16/11/2007
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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Meglio il nuovo Helloween o il nuovo Gamma Ray? Sembrerebbe essere questo il tema attualmente al centro dei dibattiti tra i fan del power metal, ma ecco che gli Axxis, proprio il gruppo che aprirà per queste due band in tour, esce con un disco in grado di competere ad armi pari con i suoi illustri compagni di viaggio. L’hard rock del passato ha lasciato strada ad un power sinfonico e molto melodico che, pur non essendo particolarmente originale, si distingue dalla massa per qualità e capacità di fondere alla perfezione molte influenze. In “Doom Of Destiny” sentirete infatti richiami alle due band appena menzionate, nonché a Stratovarius, Edguy, Sonata Arctica, Freedom Call e compagnia bella. La componente hard rock del gruppo è sempre viva e lo dimostrano l’immediatezza dei ritornelli e la struttura dei pezzi snella e diretta. Quello che colpisce è infatti l’efficacia delle composizioni, che in più di un caso sembrano fatte per scalare le hit parade. Qualche esempio? pezzi come “Revolutions” o “She Got Nine Lifes”, due tormentoni melodici e catchy ai massimi livelli che potrebbero benissimo essere passati alla radio. Pezzi come la titletrack o “Better Fate” ricordano il primo grandissimo Avantasia, evidenziando pregevoli arrangiamenti sinfonici, azzeccatissimi inserti corali e chorus ultra diretti. Inutile sottolineare la prestazione pressoché impeccabile dei singoli elementi, con il bravo singer Bernhard Weiss sempre sugli scudi e ben supportato dalla cantante Lakonia. Da precisare che il cantato femminile non appare mai invadente o preponderante ma, al contrario, integrato sapientemente nelle linee vocali. Più veloci, riffate ed heavy sono invece “Father, Father”, “Blood Angel” e la conclusiva “Astoria”, nelle quali si sente la mano del nuovo chitarrista Marco Wriedt. Buona anche se un po’ troppo zuccherosa “The Fire Still Burn”, una ballad ulteriormente addolcita da note di sax. Il prodotto è molto curato anche dal punto di vista della produzione, con suoni moderni e ben bilanciati. Tirando le somme, “Doom Of Destiny” paga solo il fatto di essere parzialmente derivativo. Se vi piace il power melodico non esitate e accaparratevi questo disco, difficilmente ve ne pentirete.