7.5
- Band: AXXIS
- Durata: 01:25:46
- Disponibile dal: 28/02/2014
- Etichetta:
- Phonotraxx
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Bene, lezione di storia del rock per i più giovani; nel 1989 esce “Kingdom Of The Night”, disco di debutto dei tedeschi Axxis, band formata solamente un anno prima attorno alla voce particolare di Bernhard Weiss ed all’idea di un hard rock frizzante ed energico come prima non ne esistevano. “Kingdom Of The Night” fa letteralmente impazzire il mondo grazie a brani come la title track e “Living In A World”, e con le sue vendite diventa il miglior album di debutto in Germania di sempre. Anche il successivo “II”, del 1990, compie il suo dovere al meglio, trainato dalla forza di “Touch The Rainbow” e “The Big Thrill”, che appare nei negozi nel 1993 dopo il live “Access All Areas”, diventa il disco più venduto della band. E poi gli Axxis cadono nel baratro. Due dischi scialbi a chiudere gli anni 90, poi “Back To The Kingdom”, del 2000, raddrizza il tiro attorno alle sonorità del debutto, ma già dal successivo “Eyes Of Darkness” la band si perde del tutto all’inseguimento di sonorità radicalmente differenti, ‘tradendo’ l’hard rock con il power metal e diventando presto una sorta di ‘Helloween di serie B’. Ben cinque dischi power metal ed una raccolta di cover di successi discomusic anni 70 (che però non è neppure troppo male) dopo, nel 2014 gli Axxis si ripresentano sulla piazza per festeggiare il proprio venticinquesimo anniversario, e lo fanno con un disco che fin dal titolo promette bene, “Kingdom Of The Night II”, con anche la copertina che riprende quella storica del primo capitolo. Composto da ben 22 brani, divisi in due dischi denominati “Black Edition” e “White Edition”, venduti anche separatamente, “Kingdom Of The Night II” si annuncia come il disco che riporterà gli Axxis sulla retta via. Ed ecco la domanda chiave: gli Axxis hanno smesso di giocare con un genere che non è il loro e sono tornati all’hard rock? La risposta alla domanda è ‘ni’: “Kingdom Of The Night II” si apre con la title track, che riprende magicamente il mood oltre che parte del testo di “Kingdom Of The Night”, per una hard rock song da urlo, ed anche “Venom”, singolo dell’album, è 1989 puro, ma già da “Beyond The Sky” lo spettro di Michael Weikath torna ad aleggiare sopra i brani di questo disco, che da qui in poi si assestano su un ibrido tra hard rock e power metal delizioso, questo è innegabile, ma che non era ciò che ci si aspettava viste le premesse. Neppure la ripresa di Living In A World”, rinominata “Living In A Dream”, la struggente ballad “21 Crosses”, la divertente “We Are The World” o la smorfiosa “Temple Of Rock” bastano a raddrizzare l’asticella in favore delle sonorità storiche. “Kingdom Of The Night II” è innegabilmente un disco grandioso, bellissimo, ben suonato e prodotto alla perfezione, con un songwriting più ispirato e vincente rispetto a quello dei precedenti “Utopia” e “Doom Of Destiny”, e con un Bernhard Weiss sempre e comunque fantastico, ma le premesse promettevano altro.