7.5
- Band: AYDRA
- Durata: 00:36:06
- Disponibile dal: 01/09/2004
- Etichetta:
- Extreme Rising Records
- Distributore: Self
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Gli Aydra hanno ormai quasi vent’anni: nata nel 1985 con il monicker Hydra, mutato poi nell’italianizzato, per modo di dire, Aydra, la band marchigiana è stata relegata per moltissimo tempo nel florido underground nostrano, da sempre ricco di valide formazioni, sebbene semi-sconosciute o quasi, riuscendo in poche occasioni ad attirare l’attenzione del grande pubblico metallaro. Finalmente, ora, facendo seguito al debutto “Icon Of Sin”, datato 1999, i cinque musicisti riescono ad alzare la voce in modo perentorio, tramite “Hyperlogical Non-Sense”, un disco meritorio di lodi e critiche positive, gradevolissimo e ben realizzato. Gli Aydra suonano un thrash-death vecchio stampo, ricco di soluzioni tecniche applicate a parti che più mosh non si può, influenzato da storici gruppi quali Death, Atheist e Cynic: le undici composizioni qui presenti, pur essendo fra loro simili e rendendo l’album compatto e solido, al loro interno contengono cento e più variazioni; i riff di Francesco Olivi e del nuovo arrivato Alessandro Marcelli si susseguono indefessi e vorticosi durante le song, le quali ne presentano almeno sette-otto (di riff) a testa. La nevroticità del drumming di Nicola Raffaeli – bravissimo! – e la fantasia del bassista Andrea Mastromarco rendono una goduria l’ascolto del platter, creando piccole sinfonie metalliche dall’impatto assicurato e permettendo ai pezzi di rimanere imprevedibili per tutta la loro durata. Nonostante la complessità della musica degli Aydra, “Hyperlogical Non-Sense”, esaltato anche dalla potente produzione di Frank Andiver, si rivela catchy ed immediato, sebbene la totale assenza di ritornelli faccia pensare l’esatto contrario; apprezzabili in modo particolare, poi, le prolungate evoluzioni strumentali che, in modo piuttosto atipico, pongono in secondo piano la prestazione vocale di Mauro Pacetti, un singer dotato di un buon screaming, sconfinante a volte nel growl, più che adatto ad interpretare le liriche introspettive del disco. Disco molto uniforme, quindi, da cui è difficile estrapolare singoli episodi, anche se “Creator Of Inner Cosmos”, “Strobos” e l’iniziale “Vortex Of Desire” hanno forse una marcia in più. Cattivissimo, infine, il remix di “Pulse”, intitolato appunto “Re-Pulse”, preparato da Mauro e mostrante un lato ancora da scoprire (forse?) degli Aydra. Bravi ragazzi…disco bello e divertente! Consigliato.