7.5
- Band: AZAGHAL
- Durata: 00:38:17
- Disponibile dal: 24/02/2023
- Etichetta:
- Immortal Frost Productions
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Nuovo album degli Azaghal. Cosa dire? Nulla, fatelo vostro e chiudiamola qui.
Se invece si vuol fare un discorso più approfondito su una delle band più in forma della scena black metal finlandese allora possiamo dilungarci dicendo che l’orda satanica di Narqath e soci si manifesta per la nostra gioia con un altro album che non deluderà le vostre aspettative. Gli Azaghal sono una sicurezza e non si smentiscono nemmeno con il nuovo “Alttarimme On Luista Tehty”.
La collaudata band finlandese ci ha abituato da sempre a grandi performance black metal, tenendo accesa la fiamma nera grazie ad una genuina e sincera devozione. Dodici full-length ed innumerevoli produzioni minori sono il segno tangibile del peso specifico che i Nostri hanno acquisito all’interno della scena underground, ma non per questo la nuova release della band è scontata o ricalca produzioni passate. Intanto c’è da sottolineare il positivo ingresso del nuovo cantante Thirteen, che ha avuto il difficile compito di non far rimpiangere uno come Niflungr.
La cosa distintiva, perchè di novità non si può propriamente parlare, è la presenza delle parti death metal alternate a quelle black metal, capace di creare un mix esplosivo davvero devastante. Si parte però con un manifesto puro di black metal come “Alttarini On Luista Tehty”, inno bestiale cantato magistralmente dal nuovo arrivato, mentre si prosegue a passi spediti grazie ad altri tre schiacciasassi di indiscusso valore come “Kuolemanmarssi”, “Kultti” e “Paholaisen Musta Kieli”, con quest’ultimo brano che riassume perfettamente il connubio death/black metal poc’anzi citato, creato intelligentemente per dare a questo album sonorità solide e dirompenti. In passato abbiamo sentito poche volte gli Azaghal godere di un sound tritacarne e supportato da un’ottima produzione come invece si sente su “Alttarimme On Luista Tehty”, e questa pesantezza sonora si riflette anche nell’atmosfera che avvolge la release, simile a quella che si respira durante lo svolgimento di un misfatto. Gli Azaghal non disdegnano nemmeno assoli di chitarra sì vecchio stile, ma sempre centrati ed inseriti al momento giusto; ovviamente bisogna abituare le orecchie all’ibrido violento che porta il marchio nero della formazione finlandese, ma lo sforzo viene ripagato. L’esperimento – o leggera deviazione stilistica, se così vogliamo dire – è ben riuscito specialmente nella prima parte dell’album, nella seconda parte forse un paio di canzoni sono di troppo, nel senso che aggiungono poco a quanto già detto e suonato nei capitoli precedenti.
Ovviamente gli Azaghal puri e totalmente votati al black metal primitivo sono insuperabili, ma qui hanno mostrato un altro lato della loro natura, egualmente terrificante e blasfemo. Non siamo ai livelli incredibili di album come “Omega”, “Teraphim”, o “Nemesis”, ma questa rimane una band che non si può criticare in quanto ad attitudine e bravura. Per una volta ancora, la scena finnica resta sugli scudi grazie ad una delle realtà più in vista che siano mai uscite dalla terra dei mille laghi. Lunga vita agli Azaghal!